Urbanistica

Tar Puglia: l'attività edilizia libera non salva dalla demolizione gli abusi nelle aree tutelate dall'Unesco

di Pietro Verna

L'attività edilizia libera non esclude l'applicazione dei regolamenti locali introdotti dalla amministrazione al fine di tutelare una zona dichiarata dall' Unesco) patrimonio dell'umanità (Tar Puglia- Bari- Sezione III , 27 febbraio 2017, n.192). Con l'enunciazione di questo principio il giudice amministrativo pugliese ha respinto il ricorso proposto contro alcune ordinanze con le quali il Comune di Monte Sant'Angelo (Foggia) aveva disposto la demolizione di infissi esterni e di zoccolature apposti in violazione delle norme tecniche di attuazione del piano regolatore generale recanti divieto di utilizzare, per le opere esterne di edifici ricadenti nel centro storico cittadino, alluminio anodizzato, Pvc e materiali in pietra.

Ordinanze che i ricorrenti avevano impugnato denunciando la violazione del principio del legittimo affidamento, in considerazione del fatto che gli interventi sarebbero stati realizzati prima dell'entrata in vigore del decreto del Testo unico edilizia (Dpr 380/2001) e che il predetto testo unico escluderebbe l'assoggettamento a Dia/Scia degli interventi rientranti nell'attività di edilizia libera (nella fattispecie, sostituzione di infissi e rifacimento di zoccolature).

La sentenza
La pronuncia del Tribunale amministrativo regionale si incentra su due punti. In primo luogo la mancata dimostrazione, da parte dei ricorrenti, circa l'epoca degli interventi. Onere che grava su chi intenda dimostrare la legittimità del proprio operato e non sul Comune che, in presenza di un'opera priva di titolo edilizio, ha il dovere di sanzionarla a norma di legge . In secondo luogo l'impossibilità, per l'amministrazione comunale, di considerare legittimo l'evocato affidamento dei ricorrenti al mantenimento delle opere abusive, trattandosi di opere realizzate in un sito dichiarato patrimonio mondiale dell'umanità.

Circostanza, questa, che – argomenta la sentenza - l'amministrazione comunale ha posto alla base delle motivazioni delle ordinanze impugnate ("«l grave nocumento [arrecato] al carattere storico della zona rientrante nel contesto storico, architettonico e paesaggistico tutelato in quanto appartenente al sito dichiarato Patrimonio Mondiale dell'Umanità») individuando, in tal modo, l' interesse pubblico specifico alla emissione della sanzione demolitoria e la sua prevalenza rispetto all' interesse del privato al mantenimento dell'opera abusiva .

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©