Urbanistica

Periferie, dai fondi Fsc gli 1,6 miliardi aggiuntivi, ma con spesa solo dal 2020

di A.A.

Il giallo degli 1,6 miliardi di euro aggiuntivi per il Piano periferie 2 (annunciati da Matteo Renzi, messi nelle slides illustrative del Ddl di bilancio, poi spariti dal testo e dalle tabelle della versione arrivata in Parlamento) è stato risolto in modo un po' acrobatico dal governo con un accordo politico in Cabina di regia Stato-Regioni per pescare, dal 2017, dai fondi Fsc (Sviluppo e coesione) programmabili dal 2020.
Se ne è parlato appunto nella Cabina di Regia (l'organo costituito tra Stato-Regioni in base alla legge di Stabilità 2015, comma 703), nella seduta del 15 novembre, ma non si è trattato di una formale delibera, né di un vero stanziamento.

L'idea è di pescare dal 20% dei fondi Fsc che la legge di Stabilità 2014 rinviava al 2020, programmabili e spendibili solo da quella data. Si tratterebbe di inserire una norma che consenta di anticipare la programmabilità di quei fondi, e fare una delibera Cipe che li assegni in anticipo al Piano periferie 2 della legge di Stabilità 2016. Fermo restando che la spendibilità è solo dal 2020. Insomma, l'operazione ha tutta l'aria di una affannosa corsa per confermare la promessa del premier di finanziare tutti i progetti, non scontentare nessuno dei 120 soggetti (110 Comuni capoluogo di provincia e 10 su 13 città metropolitane) che hanno presentato una domanda al governo (il 30 agosto scorso) in risposta al bando del 1° giugno per la riqualificazione urbana.
In palio c'erano 500 milioni di euro, stanziati con la legge di Stabilità 2016. Stanziati questi 1,6 miliardi aggiuntivi si arriva dunque ai necessari 2,1 miliardi complessivi, tali da soddisfare interamente le richieste fatte dai Comuni.

Gli 1,6 miliardi saranno però spendibili solo dal 2020, dunque si deve sperare che una volta assegnati i fondi, i Comuni procedano come al solito molto a rilento nella spesa. Contraddicendo uno degli obiettivi del bando della presidenza del Consiglio: presentare progetti cantierbili a breve. Né d'altra parte la scelta di soddisfare tutte le richieste consentirà di "premiare i migliori": non ci sarà nessuna selezione, tutte le (grandi) città che hanno chiesto i soldi li otterranno (fermo restando ovviamente il rispetto dei requisiti indicati nel bando, si veda poco oltre).

La Commissione sta lavorando tutti i giorni, mattino e pomeriggio, per verificare i requisiti, dare i punteggi e arrivare alla graduatoria entro la fine di novembre.

Il bando del 1° giugno scorso riservava i 500 milioni ai soli comuni capoluogo di provincia e alle città metropolitane, con proposte da presentare entro il 30 agosto, con livello di progettazione per le opere pubbliche almeno al "progetto di fattibilità". Si sono fatti avanti in 120, tutte le città capoluogo e 10 su 13 delle città metropolitane. I Comuni potevano chiedere fino a 18 milioni per il proprio territorio, e fino a a 40 milioni per ogni città metropolitana.
Ogni proposta - era ammesso dal bando - contiene più progetti, più interventi, dunque in totale saranno diverse centinaia.


La Cabina di regia - ha informato inoltre il sottosegretario De Vincenti - ha anche approvato il Piano operativo messo a punto dal Ministero dello Sviluppo Economico per un programma di investimenti in innovazione industriale destinato a sostenere la competitività nei settori avanzati e disposto la presentazione al Cipe dei Patti per il Lazio, per Milano e per Firenze e l'attivazione di tutte le interlocuzioni necessarie alla definizione di ulteriori intese nei territori del Centro Nord.

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