Urbanistica

BolognaFiere lancia un piano di investimenti da 140 milioni

di Ilaria Vesentini

Si torna a ragionare su ordini di grandezza a otto zeri nel nuovo piano industriale per il quartiere fieristico bolognese, presentato ieri informalmente dal presidente Franco Boni agli organi statutari: 94 milioni di euro di investimenti serviranno per la ristrutturazione e l’ampliamento dei padiglioni (40mila mq quadrati in più di superfici espositive, tutte interne all’attuale perimetro) e altri 47 milioni di euro per lo sviluppo dell’expo, principalmente attraverso l’internazionalizzazione.

Un progetto da oltre 140 milioni di euro complessivi, «che sarà scaglionato nei prossimi 6-7 anni, per non interrompere mai le attività fieristiche e che va di pari passo alla previsione di portare il fatturato da 120 a 150 milioni di euro l’anno, principalmente grazie alle nostre controllate estere, che garantiscono la redditività necessaria per autofinanziare parzialmente il piano», spiega il presidente. Ricordando che la fiera ha 170 milioni di euro di patrimonio netto e che le attività all’estero «saranno potenziate ulteriormente attraverso alleanze strategiche. Due settimane fa abbiamo incontrato i vertici della fiera di Francoforte, la prossima settimana sarà la volta di Düsseldorf».

E mercoledì prossimo ci sarà anche la presentazione ufficiale del piano industriale in Regione, ente azionista che ha già impegnato 5 milioni di euro nel bilancio 2016 per ricapitalizzare BolognaFiere. Altri 5 milioni li ha stanziati il Comune di Bologna e 3 milioni li ha promessi la Camera di commercio (che dovrebbe anche conferire la proprietà di Palazzo degli Affari, adiacente al quartiere fieristico e metratura preziosa per l’ampliamento). Bisognerà ora testare la disponibilità a investire dei soci privati, che a oggi hanno la maggioranza della Spa (il 54,4%) ma si sono spaccati sulla ricapitalizzazione.

In ogni caso 13 milioni sono già pronti per finanziare la prima tranche di lavori, che partirà –da cronoprogramma – la prossima primavera con il restyling del Palazzo dei congressi (la convegnistica è sottodimensionata a Bologna e l’Alma Mater potrebbe giocare un ruolo chiave) per poi passare a demolire e ricostruire i padiglioni 29 e 30. I piani alti degli edifici biplanari saranno tutti collegati per consentire un percorso unico al visitatore a 6 metri di altezza(senza saliscendi dai piano terra). Sarà raddoppiato il sottopassaggio ferroviario, aumentato del 50% lo spazio verde e installati tetti fotovoltaici.

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