Urbanistica

Focus Roma/1. Viaggio nelle opere in stallo: bloccati interventi per 7 miliardi

di Massimo Frontera, Alessandro Arona e Giuseppe Latour

Non c'è solo il maxi debito di 13 miliardi ad affossare Roma. Ci sono anche tante iniziative - pubbliche e private - ferme da anni, se non decenni. Una stima - molto parziale - è quella che ricordiamo in questa tabella a fianco. Una lista incompleta, appunto, perché non include tante cose. Per esempio non include tutti i piani attuativi del Prg capitolino: decine e decine di programmi mai decollati nelle aree periferiche o semiperiferiche (Piani di zona, articoli 11, toponimi, Print) di cui è impossibile quantificare in modo realistico il potenziale di investimento. E poi tanti programmi privati mai decollati, come le famose "centralità" oppure la grande area dell'Eni all'Ostiense.

Più facile monitorare altre opere, come quelle per la mobilità su ferro (metropolitane, anello ferroviario, treno Roma-Lido). Da ricordare anche le grandi e piccole trasformazioni-simbolo di Roma: la ex Fiera, avviata nel 2007 con una call internazionale. Poi ci sono gli ex Magazzini generali, un intervento che nonostante sia partito con il piede giusto - un concorso internazionale vinto dall'archistar Rem Koolhaas - ha perso progressivamente per strada tutta la sua spinta innovativa, ed è ancora fermo. Per non parlare della "Vela" di Calatrava a Tor Vergata, che resta il simbolo e il monito di slanci faraonici che bruciano soldi pubblici e lasciano sul terreno ingombranti cadaveri urbanistici in lenta decomposizione.
L'ultimo caso eclatante è quello delle Torri dell'Eur , il grande complesso immobiliare - tra il Laghetto dell'Eur e la «Nuvola di Fuksas» - che avrebbe dovuto ospitare il quartier generale di Tim. Un progetto che si è infranto tristemente in questi giorni in una vicenda in cui nessuna delle parti coinvolte - cioè Tim e Comune di Roma - ha fatto una bella figura (si veda servizio alla pagina interna).

Ma anche quando ci sono progetti definiti e in corso, come è il caso della trasformazione della ex Caserma di Via Guido Reni, al Flaminio, si assiste a una dilatazione di tempi inspiegabile, e rappresenta sempre un rischio per l'happy end.
Vale la pena di ricordare tutte queste grandi occasioni mancante di sviluppo urbanistico, infrastrutturale e immobiliare, nel momento in cui una nuova amministrazione sta cercando - con le inenarrabili difficoltà che sono sotto gli occhi di tutto il Paese - di prendere le redini e indicare una strada di sviluppo e riscatto.

Il simbolo più "iconico" della Capitale malata, è proprio la Vela di Calatrava. Quello che era destinato a diventare il Palasport di Tor Vergata - la cosiddetta Vela progettata da Santiago Calatrava per i mondiali di nuoto del 2009 - è la principale incompiuta della Capitale. Secondo la ricognizione del ministero delle Infrastrutture, l'opera ha un costo di 697,9 milioni di euro ed è a uno stato di avanzamento del 16,2 per cento. Per completarla, servono altri 406 milioni di euro. Sul costo incide molto la costosissima copertura dell'impianto, dove si è concentrato il "segno" dell'archistar. L'attuale assessore Berdini sta dialogando con l'Università per ipotizzare un riutilizzo della struttura e della vasta area circostante. L'obiettivo è di realizzare un polo d'eccellenza per l'Ateneo.

Un altro cadavere urbanistico è il vuoto degli ex Magazzini Generali (300 milioni di investimento). Il primo progetto, del 2005 porta la firma di Rem Koolhaas, vincitore di un concorso internazionale. Quel progetto subì però notevoli rimaneggiamenti, al punto che lo stesso progettista lo disconobbe. L'attuale assessore all'Urbanistica, Paolo Berdini, ha intenzione di sbloccarlo. Anche il precedente assessore della giunta Marino, Gianni Caudo, fece il suo tentativo con nel 2015, approvando una delibera volta ad aprire il cantiere «entro l'autunno». Per la ex Fiera di Roma (250 milioni di investimenti per trasformare 73 ettari di capannoni), l'ultima tappa è del 9 agosto scorso con l'approvazione dell'Assemblea, di una delibera che abbassa le cubature consentite da a 44mila dai precedenti 67mila. L'assessore Berdini aveva bocciato l'impostazione data al progetto da Fiera di Roma affermando che era stato concepito all'unico scopo di ottenere il massimo profitto dall'operazione immobiliare, senza badare alla qualità urbana.

Sulla ex caserma di Via Guido Reni (oltre cinque ettari) c'è un progetto promosso da Cdp che prevede di trasformare in un complesso a uso misto con 200 milioni di investimenti. I contenuti del progetto sono stati definiti dal Comune con una delibera di assemblea capitolina di agosto 2014. A dicembre e 2015 CdpI ha consegnato al Comune il piano di recupero (dopo l'esito di un concorso di progettazione sull'area) e il 12 settembre è stata avviata la conferenza di servizi. CdpI prevede che, se tutto andrà bene, si partirà entro agosto 2017.

Il Grande raccordo anulare delle biciclette (Grab) , su cui la giunta Raggi ha cominciato a lavorare da poco, è un progetto che unisce una spesa minima - tra 8 e 10 milioni di euro, stanziati dallo Stato - e una «redditività» massima, grazie al potere attrattivo della Città nei confronti del vasto e vario popolo delle due ruote: 45 chilometri di percorso. Il Comune si impegna entro 90 giorni (da conteggiare dal 21 settembre scorso) a fare una stima definita dei costi sulla base di un progetto di fattibilità da sottoporre al Mit. Poi scattano 120 giorni per definire il progetto da mandare in gara.

Anche il Ponte dei congressi di Roma - un'opera attesa da 25 anni - beneficia di un finanziamento statale (di 140 milioni). Dopo anni di discussioni e attese, il bando per l'appalto integrato da 124 milioni è stato pubblicato dal Provveditorato alle opere pubbliche del Lazio un giorno dopo l'entrata in vigore del nuovo codice degli appalti che ha messo fuori gioco la procedura dell'appalto integrato. Ora il Provveditorato dovrà fare una nuova gara di lavori, ma serve tempo per completare la progettazione esecutiva.
I costruttori dell'Acer segnalano la possibilità di sbloccare almeno una parte dei tanti piani fermi nella Capitale. Per i Piani di zona a Roma (nati per realizzare complessi di alloggi residenziali nelle cosiddette aree Peep) l'Acer ha stimato che con 80-100 milioni di euro di risorse pubbliche da ricavare attraverso i diritti dovuti per i privati che mettono sul mercato alloggi realizzati con contributi pubblici), sarebbe possibile rimettere in pista venti piani di zona fermi da anni.

Molto consistente e articolato il pacchetto di opere su ferro.
La giunta Raggi ha ereditato una situazione di stallo nei progetti per il potenziamento della metropolitana. E sono in corso i lavori sulla linea C tra Lodi e San Giovanni (compresa stazione e connessione con la linea A), che dovrebbero terminare nel marzo 2017. Aperti anche i cantieri per la San Giovanni-Colosseo, il cui completamento è previsto a settembre 2021. È ancora aperto il contenzioso con il general contractor Metro C Spa, anche se i 112 milioni stanziati nell'accordo governo-Regione Lazio del maggio scorso dovrebbero contribuire a chiudere la partita.
Sul futuro sviluppo della rete nessuna interlocuzione formale è stata ancora avviata dalla giunta Raggi con il ministero delle Infrastrutture. Sui tavoli del Mit si contano ipotesi o progetti di investimento presentati via via negli anni dal Comune di Roma per 5,9 miliardi di euro. Ma tutto è fermo.
I cantieri della Linea C dovrebbero in teoria proseguire oltre il Colosseo, verso piazza Venezia e piazzale Clodio, ma i progetti sono da definire (soprattutto oltre Venezia) e il costo al momento ipotizzato di 1,7 miliardi potrebbe essere molto superiore. Lo stesso Mit spinge per un ripensamento del progetto a favore di una metropolitana o tranvia leggera di superficie.

Il prolungamento della linea B Rebibbia-Casal Monastero (3 km), 508 milioni, è aggiudicato da anni a Salini Impregilo, ma il project financing pensato dalla giunta Alemanno non sta in piedi, e tutto si è fermato. Sono al progetto preliminare, approvati ma senza finanziamenti, i prolungamenti della linea A da Battistini a Torrevecchia, (2 km, 468 milioni) e della linea B Jonio-Bufalotta (3,8 km, 584 milioni). È invece ancora allo studio di fattibilità la metropolitana leggera per prolungare la linea A da Anagnina a Torre Angela (6,5 km, 367 mln), e l'ammodernamento della Roma-Lido (anche se i 180 milioni necessari sono stati stanziati nell'accordo Renzi-Zingaretti). Allo studio anche altri interventi diffusi di potenziamento delle linee A e B (150 mln), e gli adeguamenti delle linee A e B alle norme antincendio di cui al Dm Interno 21/10/2015, 500 milioni di euro per ogni linea.

Un altro vecchio progetto, che sta vivendo un risveglio di attenzione da parte di Ferrovie, è l'anello ferroviario. Per completarlo - con la tratta Vigna Clara-Tor di Quinto-Nuovo Salario - servono 470 milioni, ancora in progettazione e problematica per la presenza di insediamenti commerciali sul sedime ferroviario Il tratto tra Valle Aurelia (linea Rfi e metro A) e Vigna Clara (60 milioni di euro) è stato completato nel luglio scorso, ma per l'avvio del servizio bisogna aspettare l'esito di un ricorso al Tar fatto da cittadini della zona.

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