Urbanistica

Torri dell'Eur a Roma, Tim «divorzia» da Cdp: addio alla nuova sede unica

di Massimo Frontera

Tim prende concretamente le distanze dal progetto della sede aziendale unica di Roma, nell'area delle ex Torri delle Finanze, all'Eur. La società telefonica ha infatti esercitato l'opzione - prevista dal contratto - per uscire dalla società paritetica Alfiere (con Cdp Immobiliare) nel caso in cui, entro una certa data, non ci fossero determinate condizioni legate all'intervento.

La condizione mancante è proprio il permesso di costruire, che a fine luglio la giunta Raggi ha ritirato ad Alfiere, dopo che la precedente giunta Marino glielo aveva rilasciato. Contro il ritiro del permesso di costruire, la società Alfiere ha presentato un ricorso al Tar, tuttora pendente. Successivamente, l'assessore capitolino all'Urbanistica, Paolo Berdini, ha cercato di tornare sulla decisione, approvando una memoria di giunta che rimette in moto l'iter con l'obiettivo di rilasciare nuovamente il permesso alla società veicolo Alfiere, in modo da avviare la maxi ristrutturazione (sulla quale peraltro è stato bandito e aggiudicato un concorso, ed è stata completata la progettazione esecutiva).

Intanto però sono scattate le clausole del contratto. Una in particolare, che prevede, per i soci la possibilità di sciogliere la joint venture, nel caso alla data del 30 settembre non ci fossero le condizioni per poter proseguire nell'operazione. E dal momento che il progetto è attualmente bloccato, Tim ha esercitato l'opzione. La stessa clausola del contratto fissa un termine, di 60 giorni dallo scioglimento, entro il quale il socio può rientrare nella Jv nel caso della superamento della condizione ostativa. Siamo dunque in questa fase. Ed è dunque possibile un ripensamento. Questo in teoria. In realtà è difficile che questo accada.
Al di là del formalismo, infatti, c'è però il fatto che il nuovo amministratore delegato, Flavio Cattaneo, è contrario al progetto e aspettava l'occasione per sfilarsi da Alfiere, in modo da risolvere le questioni organizzative di Tim in modo più conveniente, utilizzando immobili della società del gruppo Caltagirone (Cattaneo, tra le altre cose, è presidente di Domus Italia, società immobiliare della galassia di Francesco Gaetano Caltagirone).
Alla luce di queste considerazioni, pare dunque difficile credere che, se anche il Comune di Roma riuscisse a fare il miracolo ripristinando un permesso di costruire nuovo di zecca, Tim possa tornare indietro.

A rendere più confusa la vicenda c'è poi la questione sul contributo straordinario di 24 milioni di euro, legato al precedente passaggio di proprietà a Fintecna, prima dunque dell'assorbimento di Fintecna in Cdp Immobiliare. Un onere che - nella attuale valutazione tecnica - sarebbe legata (e a carico) della sola società Alfiere.
Un onere al quale il Comune di Roma, sempre secondo le dichiarazioni dell'assessore all'Urbanistica, aveva prima annunciato la rinuncia, salvo poi cambiare idea due giorni dopo.
Ma la disputa è stata intanto superata dalla realtà. L'unica cosa che sembra certa, oggi, è che un altro importante progetto di trasformazione urbana - in una zona di altissimo pregio (proprio accanto al nuovo centro congressi dell'Eur) - va ad allungare la lista, già abbastanza corposa, delle incompiute nella Capitale.

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