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Terremoto nel Centro Italia: oggi prime misure in Consiglio dei ministri, pronto lo sblocco di 243 milioni

di Emilia Patta

I terremoti non uccidono d’estate. Anzi, non uccidevano. Quello di Amatrice, delle sue 69 frazioni appollaiate nei contrafforti del Parco nazionale della Laga e dei monti Sibillini, che ha ridotto in polvere Accumoli e Arquata del Tronto, è il gemello dell’Aquila. Dalla magnitudo (6.3 all’Aquila, 6.0 di Amatrice) all’ora in cui è avvenuto (3.32 del mattino in Abruzzo e 3.36 nel Lazio).

«Ci sono almeno 120 vite spezzate. Quello che è accaduto è francamente un evento di impatto enorme. Le vittime sono soprattutto concentrate in tre comuni, Amatrice Accumuli e Arquata del Tronto. E 368 sono i feriti e i malati portati via da Amatrice e da Accumuli con elicotteri ed eliambulanze». È già tarda sera quando Matteo Renzi, partito senza tentennamenti verso le zone colpite la scorsa notte dal sisma magnitudo, dà la triste notizia del numero delle vittime in una breve conferenza stampa a Rieti con accanto il ministro per le Infrastrutture Graziano Delrio e il capo dipartimento della Protezioen civile Fabrizio Curcio. E il bilancio delle vittime è purtroppo destimato a salire (l'ultimo bilancio è di 247 persone decedute), come ammette lo stesso premier notando che «se fosse il mese di ottobre il computo delle vittime sarebbe più facile» mentre «oggi il numero degli abitanti di questi comuni va moltiplicato per 10 e il numero delle vittime potrebbe crescere». Dunque questo «è il momento delle lacrime, per chi crede è momento delle preghiera, per chi non crede è il momento del rispetto. Questo è il momento della commozione. Di fronte al dolore l’Italia mostra il suo volto più bello, dobbiamo essere orgosliosi». Ma la macchina dei soccorsi e della ricostruzione è naturalmente partita subito, e già oggi in Consiglio dei ministri sarà dichiarato lo stato di emergenza nelle tre Regioni colpite, Lazio, Umbria e Marche, e saranno adottate le prime misure: non solo lo sblocco immediato dei 243 milioni del Fondo per le emergenze nazionali come annunciato dal Ministero dell’Economia e della Finanza per bocca della sottosegretaria Paola De Micheli, ma anche altri fondi tramite provvedimenti di emergenza della Protezione civile.

Già dalle prime ore della mattina la parola d’ordine a Palazzo Chigi è non lasciare nulla al caso: non solo la solidarietà verbale e istituzionale - le bandiere saranno a mezz’asta a Palazzo Chigi almeno fino a domani cos’ come al Quirinale e a Montecitorio e Palazzo Madama - ma anche e da subito la presenza fisica delle istituzioni e delle autorità sui liughi della tragedia. Lontani i tempi dell’alluvione in Liguria, quando Renzi evitò di andare («i politici non fanno passerelle»).
Ora Palazzo Chigi cerca di non farsi spiazzare dall’evento naturale: impredibile come la natura quando irrompe senza bussare, certo, ma anche risaputo visto l’alto rischio sismico della zoina colpita. «Aprire una discussione polemica quando si ha un sisma di tale gravità non alcun significato», rispende non a caso Renzi a chi gli fa notare l’elevato numero delle vittime in occasione degli ultimi terromoti che hanno colpito l’Italia.
«Stiamo parlando di realtà medioevali che sono straordinariamente belle a affascinanti ma che rischiano di più nei momenti del sisma». Di certo il premier, come è nel suo stile, vuole metterci “la faccia” facendo una promessa agli italiani colpiti dalla tragedia: «La credibiltà e l’onore di tutti noi sarà nel garantire una ricosctruzione vera che consentirà agli abitanti di vivere bene e di ripartire». E ancora: «Nessuno sarà lasciato solo, Nessuna famiglia, nessun Comune, nessuna frazione. L’emergenza avrà un lungo periodo di gestione, dovremo essere tutti all’altezza di questa sfida. Ma questa è solo la prima di una lunga serie di visite, vogliamo dare alle persone colpite la certezza dei temp di ricostruzione».

Il premier, prima di partecipare alla riunione operativa a Rieti, ha incontrato ad Amatrice i volontari che dalle prime ore della mattina hanno scavato per cercare di sottrarre vite umane alle macerie degli edifici distrutti dal sisma e ha parlato con alcuni cittadini colpiti dal sisma negli affetti e nei beni. E ha voluto sottolineare come «la macchina dei soccorsi si è messa in moto immediatamente» ringraziando «tutti coloro che sono intervenuti e hannos cavato a mani» e anche il lavoro svolto dalla stampa e dai media in generale: «Un servizio che in momenti come questo è più che mai un servizio pubblico».

Per la ricostruzione il governo potrà contare sul Fondo europeo di solidarietà - come ha ricordato Lady Pesc Federica Mogherini, che in un colloquio con il capo dello Stato Sergio Mattarella ha espresso il dolore di tutta la Commissione Ue - che può essere attivato su richiesta dell’Italia entro 12 settimane dal sisma e i cui finanzaimenti sono destinati a coprire i costi per gestire l’emergenza, dalla cura della popolazione sfollata al ripristino delle infrastrutture. L’Italia può poi attivare il meccanismo Ue per la Protezione civile. Un meccanismo che fu già utilizzato per il terremoto dell’Aquila e che consente alla Commissione Ue di coordinare gli aiuti provenienti dagli altri Paesi verso l’Italia e di cofinanziare le spese di trasporto di materiali ed esperti. Aiuto immediato anche dalla Chiesa, olte che da banche (si veda l’articolo in pagina) e partiti (il Pd ha chiesto ad ogni parlamentare ed europarlamentare di donare mille euro per i soccorsi): la Cei ha disposto l’immediato stanziamento di un milione di euro dai fondi dell’8 per mille per far fronte alle prime irgenze.

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