Urbanistica

Bagnoli, respinto l'ultimo ricorso sui suoli: ma si aspetta ancora il dissequestro

di Brunella Giugliano

I terreni dell'area ex Ilva di Bagnoli restano a Invitalia. Lo ha deciso la Prima sezione del Tar Campania che, con sentenza depositata il 20 luglio scorso, ha respinto il ricorso presentato dalla curatela fallimentare di Bagnolifutura Spa, la società di trasformazione urbana del Comune di Napoli nata nel 2002 per gestire il progetto di riconversione dell'ex sito industriale e in bancarotta dal febbraio 2014.
I curatori, in particolare, avevano chiesto l'annullamento del Dpcm del 15 ottobre 2015 in tema di interventi di bonifica ambientale e rigenerazione urbana dell'area di Bagnoli - Coroglio, con cui veniva trasferita all'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti (Invitalia), individuata dall'articolo 33 dello Sblocca Italia come soggetto attuatore per la riqualificazione del sito, la proprietà delle aree e degli immobili interessati dagli interventi, precedentemente di proprietà della Stu.

Oggetto della contestazione le modalità stesse dell'esproprio che, per la curatela, pregiudicherebbero il recupero dei crediti vantati nei confronti di Bagnolifutura. Crediti quantificati nelle scorse settimane in 124 milioni e che interessano una miriade di fornitori. Come si legge nella sentenza, infatti, «ad avviso della ricorrente, il meccanismo di trasferimento delle proprietà previsto dal decreto impugnato, attuativo dell'articolo 33 del decreto legge, è lesivo degli interessi dei creditori, non essendo quantificato alcun indennizzo a fronte del trasferimento dei beni, per effetto della aleatorietà delle modalità di rimborso».

In particolare, l'Articolo 33 dello Sbocca Italia e le successive modifiche apportate dal decreto Milleproroghe del dicembre scorso, hanno previsto che il soggetto attuatore riconosca alla procedura fallimentare di Bagnolifutura un corrispettivo per le aree espropriate, determinato in base al valore di mercato degli immobili, come valutato dall'Agenzia del Demanio. Il corrispettivo dovrà essere versato mediante strumenti finanziari di durata non superiore ai 15 anni.
Il rimborso risulta comunque legato all'incasso effettivo delle somme acquisite all'atto della vendita delle aree e degli immobili trasferiti. Una modalità che per i curatori fallimentari renderebbe incerti i tempi e il quantum dell'indennizzo. Di qui la decisione di ricorrere al Tar.

Ma il tribunale amministrativo, nel respingere il ricorso, ha sostenuto che «La gravità della situazione, l'estremo degrado ambientale dell'area di Bagnoli su cui è intervenuta la decretazione d'urgenza, l'inutilità di plurimi interventi delle autorità competenti in via ordinaria e perfino di quelle istituite per affrontare l'emergenza giustificano il superamento di tutte le procedure ordinarie per l'espropriazione dei beni, strumentale non solo al risanamento ambientale del territorio, ma anche alla rigenerazione urbanistica del sito che richiede la celere attuazione degli interventi in programma, previo spossessamento dei proprietari strutturalmente inidonei, per lo stato fallimentare in cui versano, a eseguire ogni sorta di attività compatibile con il pubblico interesse».

NIENTE PIU' RICORSI
La sentenza del Tar Campania segue quella di marzo scorso, con la quale lo stesso tribunale aveva rigettato anche il ricorso presentato dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris contro la decisione del Governo di affidare la riconversione dell'area ovest ad un commissario. Oggi, quindi, su Bagnoli non pendono più ricorsi e il commissario di Governo Salvo Nastasi può operare senza temere che i suoi atti siano invalidati.

I NODI DA SCIOGLIEREE PER LA BONIFICA
Restano, però, ancora molti nodi da sciogliere e, di fatto, la svolta annunciata più volte dal Premier Renzi per l'area ex Italsider di 300 ettari ancora non si vede.
Ma per Invitalia il lavoro di rigenerazione del sito sta procedendo speditamente, senza ritardi rilevanti. L'Agenzia si riferisce alla chiusura, il 6, l'11 e il 13 luglio scorso, delle prime tre gare, dal valore complessivo di 1,8 milioni, e relative alla manutenzione dell'Arenile Nord, la messa in sicurezza della colmata e il piano di caratterizzazione integrativo.
La prossima settimana, invece, è prevista l'indizione di altri bandi, legati alla rimozione dei big bags di amianto ed interventi prioritari di bonifica nell'area ex Eternit; alla progettazione esecutiva della nuova barriera idraulica e ai test sulle tecniche di bonifica dei terreni.

Tutte opere di piccolo taglio, ma di grande importanza perché propedeutiche al piano di bonifica che prevede un investimento di 272 milioni, in gran parte ancora da reperire, e un cronoprogramma definito: partenza nel 2016, avvio della rigenerazione nel 2017, infrastrutture tra 2017 e 2018. Fine lavori – come annunciato da Matteo Renzi – nel 2019.

Ma per rispettare i tempi, il primo scoglio da affrontare è il dissequestro dei suoli. L'area, infatti, da oltre due anni è sotto sequestro della magistratura per violazione della normativa ambientale. A questo proposito, nel quadro del processo che si sta celebrando per il reato di disastro ambientale, i giudici della VI sezione penale del Tribunale di Napoli hanno disposto per l'8 settembre prossimo una nuova perizia per risolvere il braccio di ferro tecnico fra accusa e difesa e che servirà ad orientare le successive valutazioni del collegio.
Una situazione che rischia di rimescolare le carte in tavola sullo stato dei suoli nella zona dell'ex area industriale.

Solo dopo questi passaggi sarà possibile procedere alla gara decisiva, quella relativa alla bonifica propriamente detta. L'obiettivo è di bandirla per fine anno.

Ad oggi sono già state avviate le collaborazioni con il Dipartimento di Ingegneria Civile dell'Università Federico II, con l'Università del Sannio e l'Università La Sapienza, con l'obiettivo di selezionare le modalità più efficaci ed economiche.

IL PIANO DI RIQUALIFICAZIONE URBANA NON C'E' ANCORA
Ancora nulla di definito, invece, sul fronte della riqualificazione urbana, che dovrà avvenire contestualmente alle attività di bonifica. Il documento approvato dalla Cabina di regia il 6 aprile era infatti solo un documento di inquadramento generale, senza valore di variante urbanistica: non è ancora, dunque, il programma di rigenerazione urbana (ai sensi dell'articolo 33 comma 10).
Oggi, infatti, le uniche tre grandi opere realizzate o quasi realizzate, e cioè la Porta del Parco, il Parco dello Sport e l'Acquario tematico, sono in stato di abbandono. Così come il cantiere dei Napoli Studios, aperto e poco dopo chiuso per mancanza di finanziamenti. Non sono mai iniziati, invece, i lavori per il Parco Urbano da 120 ettari.
Proprio sul fronte della rigenerazione urbana Invitalia fa sapere che è in corso la costituzione di un business plan complessivo di tutti gli interventi previsti, in modo da presentare, entro settembre, alla Cabina di Regia un progetto di sostenibilità economico-finanziaria.

L'ipotesi allo studio è quella di suddividere l'area in 10 lotti, considerando i tre interventi di carattere trasversale: bonifiche, infrastrutture e parco. Un programma che sarà preceduto, nelle intenzioni dell'Agenzia già nelle prossime settimane, dalla pubblicazione dei concorsi di progettazione e di idee, in via di predisposizione in collaborazione con l'Istituto Nazionale di Urbanistica e connesse alla ridefinizione delle funzioni dell'Acciaieria; l'organizzazione del waterfront; l'adozione dei principali siti di archeologia industriale per la salvaguardia e la messa in sicurezza; nuove potenziali funzioni di insediamento industriale, assetto ed organizzazione del parco.

Non si placano, intanto, le tensioni tra il Presidente del Consiglio e il rieletto Sindaco di Napoli. Luigi de Magistris, nei giorni successivi al suo insediamento, ha scritto una lettera al Premier per chiedere un incontro urgente per discutere di tematiche inerenti allo sviluppo della città, in primis Bagnoli. Incontro che Renzi è disposto a fissare, a patto che il primo cittadino deponga le ostilità nei confronti del Commissario Nastasi. Al momento De Magistris, però, non sembra aver cambiato idea.

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