Urbanistica

Edilizia pubblica/1. In Lombardia: oneri azzerati per chi fa social housing

di Massimiliano Carbonaro

La Regione Lombardia prova a cambiare rotta sul fronte dell'edilizia residenziale pubblica con la nuova legge «Disciplina regionale dei servizi abitativi» approvata il 28 giugno: sono molti i fronti che la nuova normativa apre prevedendo la riduzione sino al 100% da parte dei Comuni, degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria per le abitazioni sociali, prevedendo l'accreditamento per i gestori del patrimonio residenziale pubblico, rallentando la vendita degli immobili pubblici e puntando sulla loro riqualificazione.

La nuova normativa - che per diventare operativa ha bisogno di una serie di regolamenti che devono essere approvati nel corso del 2016 e del 2017 dalla Giunta regionale - parte dalla considerazione che per far fronte alla scarsità di risorse sia meglio privilegiare l'utilizzo dell'offerta abitativa esistente sia pubblica che privata rispetto alla creazione di una nuova offerta. Da questa presa d'atto derivano una serie di novità legislative che il testo Disciplina regionale dei servizi abitativi promuove.

Stop alle dismissioni. Intanto secondo la Regione è necessario porre un freno al processo di dismissione del patrimonio residenziale pubblico di proprietà di comuni ed Aler: dall'attuale 20% si passa al 5% con obbligo per gli enti proprietari di reimpiegare i proventi delle vendite per la manutenzione, il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. Lo scopo di questo stop è di rilanciare la riqualificazione degli immobili che ben impiegati possono costituire un'entrata finanziaria continuativa e che soprattutto non priva gli enti del patrimonio abitativo.

Incentivi urbansitici. Soprattutto la normativa introduce incentivi urbanistici per realizzare nuovi alloggi da destinare a servizi abitativi pubblici e sociali, nelle occasioni considerate residuali in cui si realizzi dell'edilizia nuova.
«Come Regione – commenta il relatore della legge e consigliere regionale, Carlo Malvezzi – stiamo spingendo molto per recuperare il patrimonio esistente e anche i finanziamenti della Regione saranno tutti orientati in questa direzione. Ma immaginiamo anche che ci siano delle nuove realizzazioni all'interno di Piani integrati di intervento – aggiunge Malvezzi – e piani di recupero. In quel caso se sono previsti servizi abitativi pubblici e sociali questi potranno godere dell'esenzione degli oneri».
Nel dettaglio è previsto l'azzeramento del contributo sul costo di costruzione e degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria per gli interventi di nuova costruzione e di manutenzione straordinaria e di ristrutturazione riguardanti servizi abitativi pubblici e sociali. Secondo il consigliere regionale gli operatori potranno invocare questo beneficio ed essendo una legge regionale i Comuni non potranno esimersi dal concederlo. Anche perché agli stessi Comuni è riservato un nuovo ruolo dalla normativa.

Il nuovo ruolo dei Comuni. Infatti questi enti saranno chiamati a programmare l'offerta abitativa su scala comunale e sovra-comunale invece di realizzare come un tempo i bandi e le graduatorie di assegnazione. Una programmazione triennale e annuale che si estende ai servizi abitativi pubblici e in particolare a quelli sociali e che prevede nuove modalità online di accesso da parte dei futuri inquilini con una piattaforma web capace di garantire trasparenza, velocità e equità nelle assegnazioni.

L'accreditamento dei gestori. Altro elemento di rottura con il passato è la possibilità per l'operatore privato di accreditarsi e candidarsi come gestore del patrimonio abitativo pubblico mettendo a disposizione anche il proprio patrimonio. Sarà definito un sistema di misurazione delle performances degli operatori (rating) cui improntare il sistema dei controlli regionali che tenga conto sia della capacità di gestione delle problematiche sociali sia degli aspetti economici e gestionali. «Ci immaginiamo – aggiunge ancora Malvezzi – delle convenzioni in cui gli operatori, le banche, le aziende, tutti proprietari di immobili siano disposti a mettere a disposizione i loro immobili per fini sociali. Speriamo così di generare più movimento del patrimonio pubblico che invece è molto cristallizzato. Noi contiamo di aumentare l'offerta abitativa a canone moderato con gli accordi con queste realtà che mettono a disposizione il loro patrimonio a canone calmierato».

Nuovo mix abitativo. Nella nuova legge si cerca di promuovere realmente il mix abitativo tra gli assegnatari delle abitazioni a canone sociale grazie al nuovo sistema di assegnazione che dovrebbe favorire di nuclei familiari diversificati per categoria e composizione, anziani, famiglie di nuova formazione, famiglie monoparentali, disabili, appartenenti alle forze di polizia. Per la coesione sociale è inserito un finanziamento regionale strutturale, di 10 milioni di euro nel 2016, di 20 milioni di euro nel 2017 e di 25 milioni di euro a regime a partire dal 2018, risorse destinate ai nuclei familiari di maggiore fragilità. Una delle scelte della Regione è considerare l'utilizzo di questi servizi abitativi come temporaneo, per cui è presente l'obbligo di abbandono dell'alloggio per quei nuclei familiari le cui condizioni economiche superano le soglie di accesso previste. «Finalmente abbiamo una legge – ha concluso dopo la seduta consiliare di approvazione il vice presidente e assessore alla Casa, Housing Sociale Fabrizio Sala – che considera le politiche abitative per quello che devono essere: politiche sociali e non politiche edilizie. Il servizio abitativo è il nuovo paradigma dell'intervento pubblico».

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