Urbanistica

Scia/1. Decreto verso il Consiglio dei Ministri: stretta su moduli standard e tempi certi per i pareri

di Davide Colombo e Gianni Trovati

Incassati gli ultimi via libera torna in Consiglio dei ministri per il varo definitivo il decreto che rivede le regole della Scia. L’annuncio è del premier, Matteo Renzi. Obiettivo del provvedimento è accelerare l’avvio delle attività economiche ed edilizie, attraverso modelli standard per le segnalazioni e le comunicazioni alla Pa, da presentare in via telematica e con risposta in tempi certi (30 giorni salvo il ricorso alla Conferenza dei servizi) tramite il meccanismo del silenzio/assenso.

Nel testo finale del decreto saranno recepiti i pareri di Consiglio di Stato e delle commissioni di Montecitorio. In particolare per evitare il rischio che gli ostacoli cancellati sulla carta tornino a ripresentarsi nella realtà: per far questo ci sarà un divieto esplicito per la Pubblica amministrazione nel suo complesso di chiedere documentazione ulteriore rispetto a quella indicata nel modulo standard (che dovrà essere effettivamente adottato da tutti gli enti). Mentre sul silenzio-assenso verrà comunicata al cittadino che presenta una Scia la data di avvio del procedimento, per garantire che in caso di trasmissione della comunicazione a un ufficio sbagliato sia la Pa stessa a girare la pratica all’indirizzo giusto e coordinare meglio le regole da seguire nei casi in cui sono necessarie comunicazioni e segnalazioni ulteriori (Scia plurima).

Questa opera di “ripulitura” procedurale sembra una questione da tecnici ma è essenziale per centrare davvero l’obiettivo di garantire tempi certi all’esercizio delle attività economiche. Allo stesso filone appartiene il chiarimento sul termine dei 18 mesi, oltre il quale la Pubblica amministrazione non potrà più ripensare le decisioni già assunte. Il criterio è generale, scritto nella stessa legge delega, ma va coordinato con le regole specifiche introdotte dal decreto sulla Scia. Dalle ultime limature dipenderà la possibilità, caldamente suggerita dal Consiglio di Stato, di applicare questo termine ad ampio raggio, e anche ai provvedimenti emanati prima dell’entrata in vigore della riforma evitando quindi una “riapertura” delle possibilità di nuove obiezioni da parte della Pa sui via libera già concessi.

Con il varo definitivo, la settimana ventura, dei tre decreti legislativi annunciati (Scia, Conferenza dei servizi e norme sui licenziamenti) riparte il treno attuativo della delega Madia (legge 124/2015). Entro il mese di giugno dovrebbero seguire gli altri dlgs varati nel primo “pacchetto” del 20 gennaio scorso, di cui solo il decreto sull’accesso agli atti pubblici (Foia) è finora arrivato in Gazzetta Ufficiale. Recependo le modifiche indicate dal Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari andranno così in pubblicazione il testo unico sulle società partecipate e quello per i servizi pubblici locali, il dlgs per il riordino delle autorità di porto e quello di riordino della Polizia forestale. In ritardo resta invece il decreto taglia tempi per le procedure autorizzative di grandi opere, quello che prevede poteri sostitutivo alla Presidenza del Consiglio, rimasto fermo ben oltre un mese in Conferenza unificata.

Il secondo giro di decreti attuativi della delega (un’altra decina è attesa) dovrebbe invece arrivare entro metà luglio: con questa tempistica, infatti, il Governo riuscirebbe a ottenere una sorta di “bonus” di 90 giorni in più sui tempi di esame parlametare dei provvedimenti puntando sul varo definitivo entro fine novembre (contro una scadenza delle delega prevista a fine agosto). In ordine di presentazione sono previsti i dlgs per il riordino del Comitato paralimpico, delle Camere di commercio, dell’Aci-Pra, dei Vigili del Fuoco, la cosiddetta Scia 2 (per la mappatura delle procedure), il decreto per il riordino delle carriere nelle forze di polizia e negli enti di ricerca. In questo assieme finale di decreto anche quelli più pesanti per il riordino della Presidenza del Consiglio, dei ministeri, il taglia enti e quello per il riordino degli uffici territoriali della amministrazioni dello Stato (articolo 8). Ancora da decidere se la riforma della dirigenza verrà presentata insieme o disgiunta dal nuovo testo unico del pubblico impiego.

Fonti vicine al corposo dossier ieri hanno escluso che nell’ambito della delega verrà affrontata la razionalizzazione di Equitalia e la questione della nuova governance degli enti previdenziali (Inps e Inail).

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