Urbanistica

Trieste, l'Autorità portuale potenzia la stazione merci di Campo Marzio con 50 milioni

di Franco Tanel

L'Autorità Portuale di Trieste posiziona altri due tasselli del progetto di sviluppo e rilancio dello scalo giuliano. Venerdì ha chiuso con Rfi il tavolo aperto per definire, nel dettaglio, come realizzare gli interventi di potenziamento della stazione merci di Campo Marzio (una partita da 50 milioni di euro già tutti disponibili) e ieri ha ufficialmente costituito presso lo studio notarile Giordano e Comisso, l'Agenzia per il Lavoro Portuale di Trieste – ALPT che vede, in questa fase, la partecipazione di ben 16 imprese operative in Porto. Agenzia che interverrà per la fornitura del lavoro temporaneo e che è prevista dall'art 17, comma 5 della legge 84/94 ma che fino ad oggi è stata istituita solo dal Porto di Livorno.

Partiamo dall'accordo tecnico raggiunto con Rfi che permette di passare alla progettazione definitiva degli interventi e al successivo appalto dei lavori. «Abbiamo lavorato a stretto contatto con gli ingegneri di Rfi,- spiega il Commissario straordinario dell'Autorità Portuale Zeno D'Agostino- per fare in modo che il potenziamento della stazione merci di Campo Marzio dia il maggior beneficio possibile alle attività ferroviarie del Porto. Così, oltre all'allungamento del modulo dei binari di arrivo e partenza allo standard europeo di 750 metri, abbiamo previsto un nuovo varco verso il porto con la realizzazione di un nuovo binario che rende indipendente la movimentazione dei treni da e per i moli V° VI° e VII°.

Oggi l'entrata o uscita di un treno da uno dei moli, blocca i movimenti degli altri. Poi la stazione sarà completamente automatizzata. In questo modo avremo un notevole incremento della capacità e una diminuzione della complessità e dei tempi di manovra, che si ripercuoterà anche sui costi». Le opere sono finanziate con 50 milioni di euro, 22 dei quali assegnati dal CIPE l'agosto dello scorso anno, a valere sul comma 4 dell'art 13 del DL 145/2013 ( il cosiddetto "decreto revoche") e i rimanenti 28 già disponibili nel Contratto di Programma di RFI. Circa la metà della cifra sarà impegnata nei lavori di automazione ed elettrificazione della stazione merci, il resto nell'adeguamento dei binari.

«In realtà con Rfi abbiamo individuato anche un altro intervento, molto più semplice da progettare e che quindi potrebbe essere cantierato già per la fine dell'anno- spiega ancora D'Agostino- che è la rimessa in funzione di un tratto della galleria ferroviaria di circonvallazione (che collega il Porto alla linea verso Monfalcone-Venezia verso Miramare ndr) già esistente ma abbandonato da anni. Questo ci permetterà di bypassare un buon numero di manovre per portare i treni nella parte sud del Porto. Con la manutenzione dei binari all'interno dell'area portuale, che abbiamo quasi concluso con una spesa di circa 2,5 milioni di euro, questi interventi ci permetteranno di potenziare ulteriormente la nostra offerta ferroviaria che è già di circa 125 treni alla settimana, tra i convogli che trasportano i semirimorchi turchi verso l'Europa e quelli dei traffici container».

Il secondo tassello, come abbiamo visto in apertura, riguarda la nascita della Agenzia per il Lavoro Portuale (150 mila euro il capitale, 51% delle quote in capo all'Autorità Portuale e il rimanente 49% diviso in quote uguali tra le 16 imprese che operano in porto) che il commissario D'Agostino descrive così: «Per me il lavoro nel porto è una "infrastruttura" fondamentale quanto i binari e gru di banchina. Grazie all'Agenzia daremo certezza e stabilità ai lavoratori e aiuteremo il Porto ad affrontare le sfide del gigantismo navale e della produttività. Fa davvero piacere la grande collaborazione delle imprese su questo progetto».


Il MIT ha specificamente autorizzato che, per un periodo sperimentale di 12 mesi, l'Agenzia appena costituita veda la partecipazione maggioritaria dell'Autorità Portuale. Un periodo nel quale si dovrà stabilizzare l'attività lavorativa e valutare se l'organico definito ieri è proporzionato rispetto alle giornate di effettivo impiego lavorativo, e al termine del quale l'Autorità Portuale dovrà cedere la propria partecipazione. In ogni caso la governance di ALPT, per assicurare la piena neutralità del soggetto che fornirà a tutte le imprese portuali e ai terminalisti manodopera per il lavoro temporaneo, stabilisce che ogni socio non può avere quote maggiori da quelle ottenute dalla suddivisione in parti uguali del capitale.

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