Urbanistica

Veneto, prime indicazioni per riconvertire in suolo agricolo alle aree urbanizzate

di Franco Tanel

Vigneti per l'Amarone al posto di un'area artigianale già urbanizzata. Succede nel veronese grazie alla cosiddetta "variante verde" , la norma prevista dall'art.7 della legge regionale 4/2015 che consente ai Comuni, su proposta dei cittadini interessati, di riportare all'uso agricolo o naturale superfici già classificate come edificabili. Proprio nei giorni scorsi la Giunta Regionale ha approvato una circolare esplicativa che indirizza i Comuni nell'applicazione della legge.

«Non abbiamo ancora dati statistici e quindi non posso dare cifre - spiega l'assessore regionale all'urbanistica Cristiano Corazzari - ma abbiamo già potuto verificare che questa possibilità ha suscitato l'interesse di molti cittadini, al punto che registriamo alcuni casi di richiesta di riportare ad uso agricolo aree già urbanizzate con destinazione artigianale. Succede nel veronese nell'area di produzione dell'Amarone dove evidentemente è più conveniente coltivare un vigneto che tirare su nuovi capannoni con il rischio concreto che rimangano vuoti».

In attesa che il Consiglio discuta e approvi il progetto di legge sul consumo del suolo, la variante verde è un primo strumento legislativo che inverte concretamente la storica predisposizione al consumo di suolo vergine in Veneto. «Negli ultimi decenni abbiamo assistito a una proliferazione delle aree edificabili con una conseguente ipercostruzione di immobili - commenta l'assessore - oggi la filosofia della Regione è diametralmente opposta e del resto anche il mercato ci dice che questa strada non è più percorribile. Bisogna valorizzare l'edificato e rigenerare il tessuto urbano anche per ridare valore e qualità agli immobili esistenti che per molte famiglie sono da sempre un investimento sicuro per i propri risparmi». Oltre a contribuire alla riduzione del consumo di ulteriore territorio, il provvedimento ha anche una indiretto effetto sulla tasse che i proprietari dei terreni pagano: la riclassificazione ad area agricola o naturale cancella infatti l'Imu percepita in questo caso come doppiamente penalizzante, vista la difficoltà di portare a termine possibili progetti edilizi.

La legge 4/2015 è entrata in vigore nel marzo del 2015: i Comuni avevano 180 giorni di tempo per pubblicizzare la possibilità offerta ai cittadini di richiedere la riclassificazione delle aree edificabili in verdi. Un avviso che deve essere ripetuto entro il 31 gennaio di ogni anno. Il Comune ha 60 giorni di tempo dal ricevimento delle istanze per accoglierle o meno, attraverso una apposita variante al Piano degli Interventi (art.18 LR 11/2004) o per quelle amministrazioni che ancora non hanno approvato il PAT (piano assetto del territorio) con la procedura prevista dall' art.50 della LR 61/1985. La circolare specifica alcuni aspetti che avevano sollevato dubbi: le varianti verdi non possono riguardare aree già edificate o che abbiano già espresso anche parzialmente o in forma indiretta con trasferimenti di volumetria o crediti edilizi la propria capacità edificatoria.

Per i Comuni non dotati di PAT la riclassificazione possibile è solo quella di "zona agricola" con la precisazione che non è comunque ammessa alcuna edificazione o "area di verde privato". Per i Comuni che hanno già adottato il PAT la riclassificazione può essere più ampia, ma non può essere generica come nel caso delle cosiddette "zone bianche", cioè in attesa di destinazione funzionale, come non sono ammesse "riserve" o "sospensioni temporanee" delle capacità edificatorie. L'obiettivo è naturalmente di evitare una strumentalizzazione della variante verde che salvaguardia surrettiziamente capacità edificatorie, ma nel contempo solleva dall'IMU. Ovviamente i proprietari in futuro potranno chiedere al Comune di rendere nuovamente edificabili le aree in loro possesso, ma ciò non sarà automatico e il cambio dovrà essere approvato attraverso una nuova variante al Piano degli Interventi coerentemente motivata sotto il profilo urbanistico e riferita a reali cambiamenti dello stato di fatto che giustifichino la nuova riclassificazione.

La circolare emanata dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia

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