Urbanistica

Bando periferie, dal cofinanziamento, ai progetti: cinque mosse per salire nella graduatoria dei fondi

di Massimo Frontera

Il piano periferie si annuncia ad ampio spettro. I requisiti del bando sono infatti molto laschi e si adattano - a secondo della perimetrazione che si vuole individuare - una grande città come Milano o Napoli ma anche a un piccolo centro dell'Emila Romagna o della Valle d'Aosta. Il risultato sarà un ampio concorso, anche perché le risorse - 200 milioni in tutto - non sono poi così poche se commisurate al finanziamento massimo concedibile.

Comprensibile che gli enti locali cerchino di attuare una strategia per collocarsi nella parte più alta della graduatoria. Ecco allora gli elementi da considerare nella scelta del progetto e nella strutturazione della richiesta di finanziamento.

Da soli o in forma aggregata
Un primo - banale - elemento da considerare è quello dell'aggregazione fra enti locali. Il bando infatti indica (punto 7 del bando), a parità di punteggio, una preferenza per i progetti che saranno presentati in forma associata con altri enti locali piuttosto che ai progetti presentata da un unico comune. Il suggerimento è quindi quello di trovare un accordo con altri enti locali. Il suggerimento, ovviamente, ha un senso solamente per i comuni di piccola o piccolissima dimensione.

Convenzione o accordo di programma
Il bando consente di utilizzare indifferentemente lo strumento della convenzione o quello dell'accordo di programma per attuare l'intervento. La scelta spetta all'ente locale. Entrambi gli strumenti dovranno passare al vaglio della Corte dei Conti (come l'esperienza del Piano città insegna). In questo caso, occorre sapere se nel progetto sono presenti due elementi: un accordo (con eventuale cofinanziamento) con un operatore privato e una iniziativa di riqualificazione urbana. In quest'ultimo caso, l'accordo di programma può essere lo strumento più indicato. «L'accordo di programma - fa osservare Stefano Lo Russo, assessore di Torino e presidente della commissione dell'Anci dedicata a Politiche abitative, urbanistica e lavori pubblici - può contemperare aspetti economici e urbanistici». In particolare, la possibilità di apportare una necessaria variante al Prg può far pendere l'ago della bilancia decisamente per l'accordo di programma.

Il monitoraggio del progetto
La verifica sull'attuazione del progetto sarà un elemento che peserà parecchio: non tanto sulla selezione dell'iniziativa in fase di istruttoria dei progetti quanto piuttosto nel corso della successiva fase di realizzazione. Anche se il bando non parla di un confronto tra gli obiettivi del progetto e l'effettiva realizzazione, l'ente dovrà comunque fornire tutti gli elementi per consentire un monitoraggio sull'attuazione. È dunque importante che già nella strutturazione del progetto gli obiettivi vengano individuati anche pensando alla loro verifica da parte delle strutture tecniche della presidenza del Consiglio e del ministero delle Infrastrutture. Anche perché la convenzione e l'accordo di programma recherà, per ciascun comune, una tabella di marcia da rispettare.

Il cofinanziamento pubblico e/o privato
La presenza di un cofinanziamento pubblico e/o privato al progetto per il quale si concorre al piano nazionale delle periferie è un elemento che sarà premiato (fino a 25 punti su 100). È quindi evidente che l'Ente locale ha tutto l'interesse a presentare un progetto organico che prevede un investimento maggiore di quello che si potrà ottenere con il bando. Se il contributo arriva da tutti e due gli operatori (pubblico e privato) il punteggio sale perché i due elementi si possono cumulare. Più alto è l'effetto moltiplicatore dei cofinanziamenti, più elevato sarà il punteggio della commissione giudicatrice. Si richiede, per il privato, una selezione attraverso procedura e evidenza pubblica da parte dell'ente locale. Per partecipare al bando serve «una delibera comunale relativa ai finanziamenti pubblici (nazionali o europei) e/o privati». Ma come coinvolgere nel giusto modo il privato nel progetto? La fideiussione può essere una soluzione. «Una polizza fideiussoria tutela l'atto amministrativo su una società privata - osserva Lo Russo -. Senza una polizza fideiussoria a copertura delle somme, è l'amministrazione che diventa responsabile nei confronti dello Stato».

Livello di progettazione
Come è noto, l'ultima versione del bando elimina l'obbligatorietà di un livello di progettazione definitiva per le iniziative in concorso. Ma la "cantierabilità" resta comunque un elemento premiante ai fini della collocazione in graduatoria. Fermo restando che per i progetti di riqualificazione urbanistica e infrastrutturale è necessario il progetto preliminare (punto 3 del bando) più il livello progettuale è definito è più sarà alto il punteggio con una progressione (indicata al punto 6.C del bando) con un premio massimo al progetto esecutivo. Ai fini del livello progettuale fa fede la delibera comunale di approvazione del progetto.

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