Urbanistica

Milano, abitazioni e verde al posto dei vecchi scali ferroviari: varato l'accordo con Regione e Ferrovie

di Marco Morino

L’idea ha radici lontane nel tempo, ora però sembra avviata a vedere la luce. Parliamo della riqualificazione degli scali ferroviari dismessi o di prossima dismissione presenti nel Comune di Milano. Si tratta di sette grandi aree, per un totale di circa un milione e 250mila metri quadrati. Ieri la giunta di palazzo Marino, convocata in seduta straordinaria, ha approvato l’ipotesi di accordo di programma con Regione Lombardia e Ferrovie dello Stato sul futuro degli scali ferroviari dismessi. «Questo - sintetizza l’assessore all’Urbanistica, Alessandro Balducci - è uno dei più grandi progetti di rigenerazione urbana presentati a Milano e in Italia da molti anni. Senza alcun consumo di suolo, attraverso il riuso e la riqualificazione di parti importanti del territorio con verde, servizi ed edilizia sociale, si realizzerà un'opera di ricucitura della città senza precedenti».

Vediamo qualche cifra, comunicata dal Comune. Le aree verranno riqualificate secondo i criteri di uno sviluppo territoriale sostenibile sanciti dal Pgt (piano di governo del territorio, in pratica l’ex piano regolatore), con un'edificabilità massima di circa 674mila metri quadrati, notevolmente ridotta rispetto a quella di oltre un milione di metri quadrati del precedente Pgt; è prevista la creazione di nuovi spazi pubblici e di uso pubblico per 590mila metri quadrati, di cui 525mila saranno destinati a verde con circa 10 chilometri di nuove piste ciclopedonali; il piano contempla anche la risposta al fabbisogno di abitazioni anche per le fasce sociali più deboli, mediante la previsione di insediamenti di edilizia residenziale sociale per circa 156mila metri quadrati, pari a 2.600 nuovi alloggi.

Grazie alle risorse economiche che si potranno generare attraverso la valorizzazione delle aree, saranno inoltre finanziati specifici interventi di miglioramento e sviluppo del sistema ferroviario in ambito milanese. L'accordo genera risorse destinate a interventi ferroviari pari a 50 milioni di euro, più eventuali ulteriori risorse finanziarie ad esito delle alienazioni delle aree e degli effettivi ricavi (50% delle plusvalenze).

Nelle zone di Greco-Breda, Lambrate e Rogoredo la funzione prevalente è quella della residenza sociale, con previsione di una percentuale minima destinata a funzioni commerciali e compatibili con la residenza; nella zona di Porta Genova la priorità è data a funzioni connesse alla vocazione presente nel contesto, correlata al sistema della moda e del design, con percentuale inferiore destinata alla residenza; l'area di San Cristoforo riveste invece una funzione ecologica e sociale, rappresentando il terminale, integralmente destinato a parco e funzioni connesse, del sistema lineare del Parco del Naviglio Grande e viene integralmente destinata a parco attrezzato.

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