Urbanistica

Città metropolitane/2 - Ma dai fondi europei arriveranno meno di 900 milioni, briciole per le infrastrutture

di Giuseppe Latour

Pochi fondi, non più di mezzo miliardo, dedicati alla riqualificazione fisica delle città. E un approccio limitato ai soli centri capoluogo e non alle intere aree metropolitane. I problemi evidenziati dalle città metropolitane sul fronte delle infrastrutture e dei servizi dovrebbero essere compensati dal Pon Metro, da poco adottato in via definitiva dalla Commissione europea. Eppure le risorse messe a disposizione dal plafond, a conti fatti, rischiano di essere davvero poche. In media ogni Comune potrà contare soltanto su una sessantina di milioni. Per questo l'Anci continua a chiedere che queste risorse, nei prossimi mesi, vengano integrate.

Il Programma operativo nazionale 2014-2020 dedicato alle città metropolitane avrà, in dettaglio, una dotazione finanziaria pari a oltre 892 milioni di euro di cui 588 milioni di risorse comunitarie: 446 a valere sul Fondo di sviluppo regionale (Fesr) e 142 sul Fondo sociale europeo (Fse), cui si aggiungono 304 milioni di cofinanziamento nazionale. Questo denaro sarà convogliato su 14 aree strategiche: Torino, Genova, Milano, Bologna, Venezia, Firenze, Roma, Bari, Napoli, Reggio Calabria, Cagliari, Catania, Messina e Palermo.
Concretamente, gli assi prioritari del Pon puntano, in molti casi, a obiettivi diversi dalle infrastrutture fisiche: per l'Agenda digitale ci sono 152 milioni, per i servizi e infrastrutture per la mobilità urbana 318,4 milioni, per i servizi per l'inclusione sociale 217 milioni, per l'edilizia sociale 169,7 milioni, per l'assistenza tecnica 35,7 milioni. Facendo qualche calcolo, poco più di metà delle risorse potrebbe andare alle infrastrutture fisiche: un importo piuttosto basso, soprattutto se consideriamo che andrà diviso tra tutte le aree.

E non è un caso che, al momento della presentazione del Programma, in cima alla lista degli interventi ci fosse l'Agenda digitale, seguita dalla riduzione dei consumi e delle emissioni, in chiave di sostenibilità, e dalle ristrutturazioni e riconversioni energetiche su edifici pubblici. In altre parole, con poche risorse a disposizione, si punta a centrare obiettivi più leggeri e meno impegnativi delle infrastrutture. Senza contare che tutti questi interventi saranno concentrati sulle città capoluogo e non sulle aree metropolitane nella loro interezza. Una scelta contraddittoria rispetto all'obiettivo di ottenere un impatto diffuso sul territorio. Non stupisce, allora, che l'Anci continui a ripetere che il Programma, per gli importi che ha, da solo non potrà bastare. Al momento garantisce una sessantina di milioni a città metropolitana, troppo poco per aspettarsi un impatto rilevante.

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