Urbanistica

Silenzio assenso sugli interventi edilizi, Legambiente: rischio cementificazione

di M.Fr.

Oltre la metà dei paesaggi costieri italiani è già compromessa dallo sviluppo edilizio; e con le regole sul silenzio assenso previste dalla legge di riforma della Pa il rischio aumenterà considerevolmente. A sostenerlo è Legambiente.
L'associazione ambientalista, a distanza di pochi giorni dalla pubblicazione in «Gazzetta» della legge di riforma della Pa - che contiene importanti norme sullo snellimento delle procedure di autorizzazione edilizia - alza la voce perché vede un rischio di degrado del paesaggio, soprattutto costiero.

Secondo Legambiente, ad oggi, la cementificazione ha già compromesso oltre il 56% dei paesaggi costieri italiani, «con 222 chilometri costieri antropizzati negli ultimi trent'anni». Il record negativo spetta alla Calabria che «ha perso il 65%» del suo litorale.
Le norme di tutela introdotte nel 1985 dalla legge Galasso non hanno funzionato, denuncia Legambiente, e ora c'è il serio rischio che le recenti norme di snellimento dei tempi per le autorizzazioni edilizie facciano accelerare lo sviluppo edilizio proprio sulle aree paesaggisticamente più delicate.

«La tutela delle coste - si legge infatti nel recente rapporto "Salviamo le coste" realizzato dall'associazione - è tornata di attualità in queste settimane per via della modifica alle procedure di autorizzazione per gli interventi in aree avvenuta con la Legge Madia, di riforma della Pubblica amministrazione, che ha introdotto il silenzio-assenso» per l'acquisizione di pareri tra le amministrazioni. In sostanza - sintetizza Legambiente - i termini e le condizioni per il parere previsti attualmente dal Codice dei beni culturali non valgono più e si determina un silenzio assenso nel caso di ritardo di oltre 90 giorni da parte della Soprintendenza. La procedura attuale prevede invece che nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico oltre all'autorizzazione edilizia è necessario anche un parere paesaggistico, che costituisce un atto amministrativo autonomo e presupposto rispetto al permesso di costruire (art. 146, Decreto Legislativo 42/2004)».

«Il silenzio assenso - conclude il dossier - mette ancora più a rischio le coste italiane, ed è l'esperienza di questi decenni a dimostrarlo. Sono infatti numerosi i casi di opere eseguite attraverso meccanismi che hanno forzato la mano alle procedure anche in assenza di un esplicito silenzio-assenso. I rischi per il paesaggio si evidenziano in particolare rispetto alle previsioni dei piani regolatori comunali o di interpretazioni dei vincoli della Legge Galasso, in assenza di piani paesaggistici con indicazioni chiare di tutela. Se questi casi sono riscontrabili anche dentro un quadro normativo che escludeva di fatto il silenzio assenso rispetto ai beni paesaggistici, è facile immaginare cosa potrà succedere in assenza di riferimenti chiari e di una riorganizzazione e rafforzamento degli uffici preposti alla gestione del vincolo».

Il dossier di Legambiente «Salviamo le coste italiane»

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