Urbanistica

Piccole opere, nel ddl Realacci il Piano Campanili diventa strutturale

di Giuseppe Latour

Il piano 6mila campanili diventa strutturale e viene agganciato ai fondi europei di sviluppo e coesione della programmazione 2014-2020. E' questa l'ipotesi appena lanciata dalle commissioni Ambiente e Bilancio della Camera, nel quadro del Ddl Realacci sui piccoli Comuni. Il relatore della proposta di legge, Tino Iannuzzi ha depositato il nuovo testo base della norma che punta a promuovere lo sviluppo delle 5.600 amministrazioni italiane con meno di 5mila abitanti. E adesso, dopo mesi di attesa, sembra arrivato il momento per l'allungo finale verso l'approvazione.

Tutto prende le mosse dall'incarico affidato dalle commissioni ai relatori di integrare il testo base del disegno di legge con una parte degli emendamenti presentati, per far procedere in maniera più spedita i lavori. Il Comitato ristretto, a cui era stato affidato il compito, ha appena concluso quel processo. Tino Iannuzzi, relatore in commissione Ambiente, spiega in generale che «il nuovo testo consta di 31 articoli, a fronte dei 23 del testo base precedentemente adottato». Quindi, sono state raccolte diverse integrazioni importanti.
Soprattutto, secondo il deputato Pd, rileva «il contenuto dell'articolo 6, relativo alla promozione della filiera corta, e dell'articolo 19, riguardante il programma 6mila campanili».
Proprio quest'ultimo è il passaggio più interessante del nuovo testo. La legge, infatti, diventerà il veicolo per garantire fino al 2020 la continuità del piano su base pluriennale, nel quadro della programmazione di coesione 2014-2020. Quindi, il programma 6mila campanili diventerebbe strutturale e verrebbe agganciato ai fondi sviluppo e coesione per i prossimi anni. Verrà prima previsto il finanziamento di tutti i progetti già presentati, dando priorità a quelli di manutenzione del territorio, di messa in sicurezza di edifici pubblici, di efficientamento energetico. Poi, una serie di decreti ministeriali garantiranno la continuità del Fondo.

Completano il quadro altre norme, di cui parla sempre Iannuzzi, che richiama «le nuove disposizioni relative al Fondo per l'incentivazione della residenza nei piccoli comuni, al Fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale dei piccoli comuni e al Fondo per il recupero, la tutela e la valorizzazione dei centri storici, di cui, rispettivamente, agli articoli 17, 18 e 27 del nuovo testo». Tutte norme che «non sembrano presentare problemi di copertura finanziaria».

Il Fondo per lo sviluppo dei piccoli Comuni, da regolare nei dettagli con decreto del ministero dell'Economia, prevede una dotazione di 50 milioni di euro all'anno tra il 2016 e il 2017, da dedicare alla messa in sicurezza delle infrastrutture stradali, delle scuole e alla promozione dell'insediamento di nuove attività produttive.

Struttura simile per il Fondo per i centri storici. Sarà gestito dal ministero delle Infrastrutture, anche questo tramite un decreto. Ogni anno i Comuni presenteranno le proposte di recupero e riqualificazione delle loro aree più antiche: una quota degli interventi andrà cofinanziata. La dotazione sarà, come per il precedente Fondo, di 50 milioni all'anno tra il 2016 e il 2017.

La proposta di legge, lasciata in congelatore per qualche mese, pare ora pronta a rimettersi in movimento verso l'Aula di Montecitorio. Il Ddl di cui si sta discutendo è frutto di un accorpamento di diverse norme, operato ormai lo scorso luglio, esattamente un anno fa. Ad aprile 2015, smaltito il calendario di arretrati, la commissione ha rimesso all'ordine del giorno il provvedimento, discutendo gli emendamenti presentati e stabilendo di elaborare un nuovo testo base. Ora che questo testo è stato preparato, sembra esserci la volontà politica di procedere: il presidente della commissione, Ermete Realacci ha fissato il termine per presentare gli emendamenti alle 18 del prossimo 13 luglio.

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