Appalti

Acqua/1. Rallenta la spinta degli investimenti: nel 2016 prevista una spesa di 1,7 miliardi

di Giuseppe Latour

Gli investimenti nel settore idrico (captazione, acquedotti, fognature, depuratori) stanno perdendo spinta. Dopo che negli ultimi anni, dal 2012 in poi, sono stati in costante risalita (con l'eccezione del 2013) e con performance anche nell'ordine del +20%, l'Autorità per l'energia elettrica, il gas e l'acqua durante un convegno al ministero dello Sviluppo economico nel quadro degli «Stati generali della green economy» stima che nel 2016 ci sarà un aumento più contenuto, pari all'8-10 per cento: significa che arriveremo a circa 1,7 miliardi, molto lontani dalla quota di 4-5 miliardi all'anno indicata come ottimale dal regolatore. Potrebbe essere il segno che, vista la grande volatilità di questo mercato, siamo arrivati a un picco dal quale cominceremo a scendere. Anche perché, nelle gare di lavori di questo settore, si segnala un problema di ribassi eccessivi.

Per conto dell'Autorità ha parlato Lorenzo Bardelli, direttore sistemi idrici dell'Aegsi. La questione centrale in questa fase è che la stima di investimenti considerata ottimale per il settore è molto lontana: l'Authority aveva ipotizzato una cifra pari a 4-5 miliardi di euro, per recuperare il distacco che ci separa dagli altri paesi europei e rimetterci in carreggiata, superando problemi atavici come l'assenza di depurazione in molte aree o le perdite di rete. Secondo Bardelli, però, «quel valore è ancora lontano e la spinta degli ultimi anni si sta affievolendo».

Qualche numero aiuta a capire la tendenza. Nel 2014 siamo passati dagli 1,2 miliardi di euro dell'anno precedente fino a 1,4 miliardi, circa duecento in più. Nel 2015 l'incremento ci ha portato fino a 1,55 miliardi, con una variazione di 150 milioni. Adesso la progressione potrebbe arrestarsi, perché i numeri dicono che, nella migliore delle ipotesi, arriveremo a una crescita compresa tra l'8 e il 10%: in pratica, siamo tra i 100 e i 150 milioni di euro. Poco alla volta, stiamo arretrando.

Questa tendenza, per Bardelli, può essere collegata anche a un fenomeno nuovo: i ribassi eccessivi nelle gare di affidamento di questi lavori. «In alcuni casi abbiamo osservato una contrazione causata da ribassi notevoli in sede di gara e questo ha portato a una forte contrazione della spesa. Se i nostri livelli di investimento fossero nell'ordine dei 5 miliardi, potremmo essere soddisfatti. Invece, nella nostra situazione attuale siamo preoccupati». A livello generale, «mancano interventi di rinnovamento su larga scala. Siamo ancora in una situazione che è lontana dalle esigenze reali del settore». Pesa ancora molto il ritardo forte nelle regioni del Sud, oltre al lento processo di attuazione del riordino delle gestioni idriche, a valle dello Sblocca Italia.

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