Urbanistica

Immobiliare, Nomisma: mercato casa appeso ai mutui

di M.Fr.

Sono i mutui la vera stampella del mercato immobiliare delle residenze. I mutui che tengono alto - anzi in aumento - il numero delle compravendite. Incremento peraltro che da tempo si sposa con la progressiva erosione dei listini delle case usate. È quanto si legge nella prima edizione dell'Osservatorio immobiliare di Nomisma del 2019, presentato ieri a Milano. «È, infatti, alle erogazioni di mutui - scrive Nomisma - che si deve fare riferimento per individuare la principale determinante dell'ascesa del mercato immobiliare degli ultimi anni. Senza un diffuso ricorso all'indebitamento non sarebbe stato possibile, nella maggior parte dei casi, colmare l'ingente gap tra disponibilità patrimoniali e valori di mercato. L'aumentata finanziarizzazione ha finito inevitabilmente per rafforzare il legame tra l'evoluzione economica generale e andamenti settoriali, accrescendo la reattività di questi ultimi alle oscillazioni del contesto economico».

A parte questo sostegno al mercato, costituito dall'accesso ai mutui, la dinamica è quella di un progressivo «rallentamento della crescita» del comparto residenziale: «nonostante l'aumento delle compravendite, tornate ad attestarsi non distanti da quota 580 mila, nonché l'ennesima riduzione di intensità della flessione dei prezzi registrata sia nelle città maggiori sia in quelle intermedie, rappresentano il portato di una dinamica rialzista la cui intensità pare ora destinata a ridursi», sintetizza Nomisma. «L'entità della frenata dipenderà dall'efficacia delle misure di politica economica poste in essere, oltre che dalla disponibilità del sistema bancario a continuare ad assecondare la pulsione proprietaria delle famiglie italiane, anche in un contesto di maggiore precarietà reddituale».

L'analisi di Nomisma era dedicata alle cosiddette città intermedie: Ancona, Bergamo, Brescia, Livorno, Messina, Modena, Novara, Parma, Perugia, Salerno, Taranto, Trieste, Verona. In questi 13 mercati la variabilità dei prezzi è più contenuta rispetto alla distribuzione degli stessi sull'intero mercato italiano. Su base annua i prezzi delle abitazioni nei medi mercati hanno subito una riduzione dell'1,2%, mentre l'evoluzione dei canoni è «prossima all'invarianza», con una correzione di appena -0,2% su base annua. «In attesa del superamento dell'impasse economico-finanziaria venutasi a creare - conclude l'istituto bolognese - il mercato immobiliare evidenzierà nell'immediato un minore dinamismo rispetto all'evoluzione recente. Non si tratta di un'inversione ciclica, ma di una battuta d'arresto indotta da fattori esogeni che non pare in grado di pregiudicare la possibilità di ulteriore espansione a medio termine, sempre che i segnali di recessione economica, oggi ancora timidi, non tendano a rafforzarsi».

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