Urbanistica

Bankitalia incassa 113 milioni dalla vendita degli immobili

Dieci anni di dismissioni e valorizzazioni, per razionalizzare il patrimonio e dare un nuovo uso ad un centinaio di immobili in tutt’Italia, per un valore di 330 milioni di euro. È questo il piano di Banca d’Italia che dopo un lungo periodo faticoso, anche per la crisi generale del settore, «a questo punto sta vendendo un palazzo al mese», fa il punto Luigi Donato, capo del dipartimento Immobili e appalti di Bankitalia. L’asset totale (venduto o in vendita) è pari a 97 immobili (comprese le 8 filiali in chiusura a fine anno: Ascoli Piceno, Avellino, Caserta, Grosseto, La Spezia, Latina, Ragusa, Trapani). «Le vendite stipulate o in corso di perfezionamento ad oggi – dice Donato – riguardano circa un terzo del pacchetto complessivo: 17 palazzi di ex filiali e 13 immobili di varia natura, per un totale di 113 milioni». Dei restanti 67 immobili non più utilizzati a fini istituzionali (l’elenco degli immobili in dismissione è costantemente aggiornato sul sito di Bankitalia) un altro terzo (in base al valore) è concesso in locazione o dato in comodato, ad esempio per emergenze quali eventi sismici, come accade a Rieti, Teramo e Ascoli. «Quindi – conclude Donato – la parte che rimane in offerta sul mercato riguarda l’ultimo terzo del pacchetto».

Il 12 ottobre scade il termine per presentare le offerte di acquisto di 6 immobili nelle città di Pordenone, Treviso, Reggio Emilia, Pesaro, Benevento e Taranto, e a breve altri nuovi avvisi saranno pubblicati. Sono palazzi delle filiali, edifici storici che ai primi livelli possono ospitare negozi e ristoranti (dove c’erano gli uffici), con alloggi ai piani superiori. Le operazioni più rilevanti sono state concluse nelle città di Como, Parma, Pavia e Savona.

«Il prezzo di riferimento nelle trattative dirette è quello secondo gli ordinari standard valutativi di mercato (che corrisponde nel caso della Banca d'Italia anche al valore di bilancio, costantemente rivisto). Per le offerte pubbliche di vendita (gare) – spiega Donato – nella prima fase non vi è un prezzo indicato dalla Banca, ma si raccolgono le offerte libere del mercato. In occasione della successiva fase dell’apertura delle seconde buste (con offerta vincolante) viene reso noto il valore di congruità che deriva dalla valutazione di un perito esterno (a rotazione) e dalla stima di una commissione interna che opera un’analisi conclusiva di tutti i fattori relativi all'immobile. Nel caso che le offerte siano insufficienti (come è capitato) si procede ad una gara al rialzo».

Numerose le operazioni sul tavolo. Recentemente è iniziata anche la vendita di un importante complesso immobiliare a Perugia, sede della Scuola di Automazione per Dirigenti Bancari, una struttura di particolare pregio all’interno della quale, nella cornice di un parco di 6 ettari, si trovano una villa padronale, palazzine destinate alla formazione e a congressi, e altre strutture polivalenti. Tra gli edifici con destinazione non istituzionale, a Brindisi si è conclusa da poco la vendita frazionata di singole unità di un complesso residenziale, in mancanza di offerte adeguate per l’acquisto dell’intero immobile. Dopo alcune trattative non andate a buon fine, sta per essere perfezionata anche la vendita a Roma dei locali del Salone Margherita.

L’obiettivo è vendere, «ma non a qualsiasi costo: per gli immobili che presentano caratteristiche particolari – precisa Donato – si considera tra i criteri di valutazione anche la rilevanza dei progetti di riconversione». A Siracusa e Matera ad esempio gli stabili di proprietà sono stati acquistati per essere riconvertiti in strutture ricettive alberghiere di qualità, assecondando la vocazione turistica di questi due centri. L’estate scorsa è stato raggiunto anche l’accordo per il trasferimento del prestigioso complesso immobiliare della ex filiale di Udine (Palazzo Antonini, progettato dal Palladio) in favore dell’Università, grazie alla collaborazione con un mecenate, Attilio Maseri, cardiochirurgo di fama internazionale.

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