Urbanistica

Alloggi Iacp, ci sono 321 milioni per ma le Regioni litigano sul riparto: rischio tempi lunghi

di Massimo Frontera

La buona notizia è che è finalmente è pronto lo schema di decreto predisposto dal ministero delle Infrastrutture che ripartisce tra le Regioni oltre 321 milioni di euro, che consentiranno di recuperare circa 19mila alloggi popolari inagibili o inutilizzabili. Il riparto tra le Regioni è stato inserito all’ordine del giorno della conferenza unificata di giovedì prossimo 12 luglio, per ottenere l’intesa.
La cattiva notizia è che la settimana scorsa alcune Regioni hanno rimesso in discussione i criteri del riparto, chiedendo anche di ampliare la tipologia degli interventi finanziabili. Da parte sua, il Mit ha dato la disponibilità (per quanto possibile) a venire incontro alle richieste, chiedendo però una posizione unitaria sulle modifiche. Pertanto, se in questi giorni non si ricompone il dissenso tra le Regioni, l’approvazione del provvedimento rischia di slittare.

Le risorse e il programma
Le risorse arrivano dal maxi-fondo investimenti della presidenza del Consiglio. Si tratta esattamente di 321. 116.384 euro espressamente destinati al recupero degli alloggi inagibili o inutilizzabili di proprietà di Iacp e Comuni da sottoporre a manutenzione straordinaria. Quest’ultima definizione indica gli alloggi che potranno essere nuovamente riassegnati con un investimento unitario fino a 50mila euro. La misura rappresenta la cosiddetta “linea b” del piano di recupero degli alloggi inagibili degli Iacp prevista dal decreto legge n.47/2014 e già finanziata con una prima tranche di risorse pari a 391 milioni, già ripartiti (e in parte spesi). Di fatto, questi nuovi soldi che il Mit sta per assegnare alle Regioni consentiranno la prosecuzione del programma già avviato e finanziato a partire dal 2015.
(Vale la pena di ricordare che lo stesso decreto 47/2014 aveva anche avviato il programma di recupero degli alloggi inagibili con lievi danni, cosiddetta “linea a”, recuperabili con una spesa unitaria fino a 15mila euro. Questa linea del programma - in passato finanziata con 66,85 milioni - non è contemplata da questo nuovo decreto Mit che sta per arrivare in conferenza unificata, il quale finanzia solo la “linea b”) .

Il recupero degli alloggi, gli interventi finanziabili
La misura della cosiddetta “linea b” nasce per consentire alle Regioni un intervento radicale sul patrimonio di Iacp e Aziende casa, consentendo l’adeguamento sismico, quello impiantistico e l’efficientamento energetico. Contestualmente, è anche possibile ridefinire il numero degli alloggi, attraverso frazionamenti o concentrazioni di unità immobiliari. Più esattamente, gli interventi finanziabili «di ripristino di alloggi di risulta e di manutenzione straordinaria da attuare mediante la realizzazione delle seguenti tipologie di intervento, cumulativamente ammissibili a finanziamento nel limite di 50.000 euro per alloggio», sono i seguenti: efficientamento energetico degli edifici da perseguire mediante il miglioramento dei consumi di energia e l'innalzamento di almeno una classe della prestazione energetica o la riduzione di almeno il 30% dei consumi registrati nell'ultimo biennio di utilizzazione dell'immobile; messa in sicurezza delle componenti strutturali degli immobili mediante interventi di adeguamento o miglioramento sismico; rimozione manufatti e componenti edilizie con presenza di materiali nocivi e pericolosi quali amianto, piombo, ecc.; superamento delle barriere architettoniche; manutenzione straordinaria sulle parti comuni dell'organismo abitativo e su quelle di pertinenza; frazionamenti e accorpamenti, anche con rinnovo e sostituzione di parti anche strutturali degli edifici.

Cosa chiedono le Regioni “ribelli”
Come si diceva, nella riunione tecnica che si è svolta la scorsa settimana, è emersa una netta differenza di posizioni tra la maggior parte delle Regioni, favorevoli allo schema proposto dal Mit, e alcune Regioni contrarie, tra cui ci sarebbero Lombardia, Sicilia ed Emilia Romagna. Secondo indiscrezioni, le richieste puntano a introdurre criteri premiali (allo scopo di acquisire maggiori risorse) e ad estendere il fianziamento anche agli immobili di diretta proprietà regionale (anche se gestiti da Iacp e Comuni). Peraltro, va anche ricordato che i 321 milioni disponibili per il riparto sono inferiori al fabbisogno espresso dalle Regioni. Queste ultime hanno infatti indicato una somma di 386,2 milioni per ripristinare oltre 23mila alloggi. L’approvazione o meno del provvedimento - attraverso l’intesa in conferenza unificata - è pertanto condizionato al raggiungimento o meno di un accordo tra le Regioni.

Il “contatore” degli interventi realizzati
Va anche detto che il piano per il recupero degli alloggi Iacp marcia a rilento. Lo certifica lo stesso ministero delle Infrastrutture, sul cui sito istituzionale è ancora visibile il “contatore” voluto dall’ex ministro Graziano Delrio per comunicare in modo trasparente e tempestivo l’andamento del programma, come risulta a seguito dell’aggiornamento dei dati da parte delle stesse Regioni. Ebbene, allo scorso venerdì 6 luglio, il contatore del Mit (che include gli alloggi di entrambe le linee “a” e “b”) indicava la cifra di 4.360 alloggi finora recuperati rispetto all’“obiettivo 2017” di 5.913 alloggi.

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