Urbanistica

La sorpresa nel «pacchetto fiscale»: niente split payment per i professionisti»

di Marco Mobili e Giorgio Pogliotti

Addio allo split payment per i professionisti, da subito. Mentre per il resto dei fornitori della Pa il Governo punta ad introdurre una serie di semplificazioni e correttivi per favorire il recupero dei crediti Iva che il meccanismo della scissione contabile produce in favore delle imprese. C'è poi la cancellazione del redditometro, strumento già da tempo spedito in soffitta e utilizzato per misurare la capacità contributiva dei contribuenti in relazione ai loro beni e patrimoni. Sono queste alcune delle novità del capitolo fiscale del decreto d'estate che contiene anche misure sul lavoro, atteso per domani al consiglio dei ministri su pressing del vicepremier Luigi Di Maio, anche se resterebbe ancora il nodo “coperture”: il contratto a tempo determinato potrà essere stipulato dall'impresa per una durata fino a 12 mesi senza causali, che vanno invece indicate a partire dal primo rinnovo. Scatta un incremento dei costi contributivi dell'1% per ogni nuovo contratto, per finanziare il fondo che eroga la Naspi.

Il pacchetto fiscale
L'addio allo split payment è ormai uno dei cavalli di battaglia del ministro Di Maio che anche ieri nel corso dell'incontro con il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, ha rilanciato la cancellazione del meccanismo per tutti i professionisti. Questa potrebbe essere la strada che il governo pare intenzionato a imboccare subito, visto che si tratterebbe di un'operazione a costo ridotto per poche decine di milioni di euro. L'elevato costo per un addio totale impone una riflessione ulteriore che potrebbe tradursi in una serie di correttivi per favorire il recupero dei crediti Iva come la cessione dei crediti infrannuali, un ulteriore impulso ai tempi di rimborso, nonché la revisione al ribasso dei limiti per i visti di conformità. Sul fronte delle misure antievasione, il Governo punta ad anticipare a settembre l'addio allo spesometro già in agenda per il 1° gennaio con l'arrivo dell'e-fattura, limitando l'obbligo delle comunicazioni delle sole liquidazioni Iva.

Prorogata l'e-fattura
Quanto alla fatturazione elettronica, è prorogata l'entrata in vigore del nuovo obbligo per i distributori di carburanti, prevista per il prossimo 1 luglio 2018, misura accolta con la revoca dello sciopero dei benzinai. Le alternative allo studio puntano a escludere le sanzioni amministrative, attribuendo alla disposizione carattere sperimentale. Una soluzione già bollinata dalla Ragioneria esiste già e prevede la possibilità per i distributori di accettare ancora la scheda carburanti fino al prossimo 31 dicembre creando di fatto un doppio binario. Si tutelerebbero sia i distributori che si sono attrezzati per tempo all'utilizzo obbligatorio della e-fattura sia chi al contrario è in ritardo e potrà comunque accettare pagamenti con la consueta scheda carburanti per le “partite Iva” che fanno il pieno.

Limiti al gioco d'azzardo
Un capitolo a parte nel Dl d'estate è il contrasto al gioco d'azzardo che prende il via da subito con un divieto a tutto tondo su pubblicità, sponsorizzazioni e trasmissioni televisive di ogni forma di gioco. Stop su qualsiasi mezzo, manifestazioni sportive incluse, culturali o artistiche. Non sarà escluso internet né tanto meno la stampa periodica o quotidiana. Salvo deroghe vorrebbe dire addio anche alla lotteria della Befana.

Contratti a termine più onerosi
Nel pacchetto lavoro, i contratti a termine restano privi di causali, per una durata massima di 12 mesi. Dal primo rinnovo, bisogna indicare le causali che vengono “tipizzate” in modo rigido. Secondo la bozza, per ricorrere al contratto a termine bisognerà fare riferimento ad una di queste tre motivazioni: ragioni temporanee ed oggettive, estranee all'ordinaria attività del datore di lavoro, nonché sostitutive; connesse ad incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell'attività ordinaria; relative a lavorazioni e a picchi di attività stagionali, individuati con decreto del ministero del lavoro. Si introduce l'incremento contributivo di un punto che servirà a finanziare la nuova indennità di disoccupazione (in aggiunta all'1,4% introdotto dalla legge Fornero), le proroghe scendono da 5 a 4.

Stretta sulla somministrazione
Il tetto del 20% per i contratti a termine da calcolare sulla platea di lavoratori a tempo indeterminato, includerà anche la somministrazione. Per gli ex interinali finora si applicava un tetto distinto, previsto dai contratti, anche se ieri sera al ministero del Lavoro si stava riflettendo se confermare o meno questa stretta, così come resta sullo sfondo l'ipotesi di introdurre le causali dal primo contratto, e di consentire deroghe solo alla contrattazione nazionale (non più a quella di prossimità). Le norme sui rider restano fuori: Di Maio punta ad una soluzione tra le parti per via negoziale, e martedì prossimo incontrerà sindacati e imprese.

Misure anti delocalizzazioni
Anche sul fronte delle delocalizzazioni sarebbe pronta una «stretta» che riguarda gli incentivi fiscali del piano Industria 4.0, per contrastare fenomeni speculativi. Si cercherà di evitare che le multinazionali, sfruttando la stabile organizzazione in Italia, ricevano il benefico del superammortamento o dell'iperammortamento trasferendo poi il bene incentivato all'estero. Ma si valuta anche un articolo specifico sull'obbligo di salvaguardia i livelli occupazionali da parte di chi usufruisce di aiuti di Stato (industria 4.0 ma non solo). Con doppio “binario”: le grandi imprese non potrebbero ridurre il personale prima di 5 anni dal'ultimazione dell'investimento incentivato, le Pmi prima di 3 anni. La violazione dell'obbligo farebbe scattare sanzioni, con la revoca, totale o parziale, degli incentivi. Si valutano fondi per aumentare le ispezioni sull'utilizzo del credito di imposta per gli investimenti in ricerca.

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