Urbanistica

Immobiliare/1. Le residenze per studenti primo asset alternativo per gli investitori a caccia di affari

Le residenze per studenti sono un ottimo affare per i grandi investitori immobiliari. Il cosiddetto “student housing” è infatti diventato il primo tra gli asset alternativi di cui sono a caccia i selezionatori dei portafogli professionali di real estate, sia per i fondi pensione, le compagnie assicurative, i fondi sovrani e, in generale, i grandi fondi immobiliari. In questo contesto l'Italia è uno dei Paesi più interessanti, proprio perché il divario tra la richiesta di alloggi per studenti e l'offerta esistente è di gran lunga superiore alla media dei Paesi europei e, più in generale, dei Paesi cosiddetti maturi.

Le città universitarie italiane sono famose in tutto il mondo e, al tempo stesso, sono anche quelle dove si concentrano le lacune mondiali di offerta di alloggi per studenti. Tanto che Roma è la prima città in tutta Europa per divario, con un'offerta che soddisfa appena il 2% della domanda, seguita da Milano con il 3% e da Torino, Firenze, Bologna con il 5% (fonte Student Marketing, il principale operatore del settore che affianca i grandi investitori nelle decisioni di investimento).

Lo student housing è stato tra gli argomenti che hanno calcato maggiormente la scena durante il Mipim di Cannes, il principale evento immobiliare al mondo. Secondo Cbre, lo student housing è la prima asset class alternativa nelle intenzioni di investimento dei grandi operatori immobiliari (secondo la Investor Intention Survey), con ben il 53% degli intervistati che hanno dichiarato di volervi investire nel 2018. «Questa asset class - spiega Samuel Vetrak, Ceo di Student Marketing - è ora attraente per i grandi investitori internazionali, in quanto si tratta di un mercato trasparente, liquido e dalle grandi potenzialità ancora inespresse».

«Gli studenti che si muovono a livello nazionale o internazionale per studiare era pari a circa 1,5 milioni nel 2008 ed è stimato in 3,1 milioni per il 2020 _ spiega Stefan Kolibar, responsabile marketing di Student Marketing, al Sole 24 Ore _. E questo riferendoci alla sola Europa. La media di soddisfazione della domanda è intorno al 13%, ben al di sotto dei valori del Regno Unito e degli Stati Uniti». Sviluppare, gestire e mettere a reddito le residenze per studenti è però un compito tutt'altro che banale. «<Gli studenti possono essere di diverse categorie _ spiega Kolibar _ e le esigenze di un teenager sono completamente diverse da quelle di uno student di un master, così come le capacità di spesa». Non solo. A seconda del Paese le abitudini sono diverse: in Olanda, per esempio, si preferiscono le cosiddette residenze a uso misto e multi-generazionali, dove lo studente può poi evolvere in giovane brillante professionista; in Germania invece la domanda è per alloggi studiati su misura degli studenti mentre in Danimarca preferiscono dividere vere e proprie case anziché rivolgersi ai campus, così che si stanno sviluppando townhouses che, in un secondo momento, possono essere convertite in vere e proprie abitazioni familiari. E in Italia? Si va verso l’abbinamento tra student housing e co-working.

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