Urbanistica

Più offerta di nuda proprietà nel settore residenziale, ma la domanda si conferma stabile

La nuda proprietà è in genere un’opzione di investimento per chi per chi punta sulla rivalutazione del mattone nel lungo periodo, senza avere immediate necessità né abitative (ovviamente la casa resta a disposizione dell’usufruttuario fin quando è in vita), né di redditività (comprare per affittare). Ecco perché rappresenta una sorta di “mercato parallelo”, che non segue strettamente le dinamiche delle compravendite tradizionali. Gli anni di crisi hanno spinto l’offerta di questo tipo di soluzioni, meno le transazioni portate a termine: i dati 2017 dell’agenzia delle Entrate non saranno diffusi prima di maggio, quelli relativi al 2016 registrano un aumento degli scambi di nuda proprietà molto più basso di quello delle compravendite, ma comunque nient’affatto trascurabile: + 11,7% ( 24.107 transazioni).

Per chi cerca questo tipo di soluzione, comunque, non mancano le possibilità di scelta. Secondo i dati di immobiliare.it, infatti, a fronte di una domanda pressoché stabile, gli annunci con questa formula sono cresciuti del 3,2% in 5 anni. Un dato che cresce in alcune città: in testa Genova (+6,7%) e Torino (+ 5,6%). La differenza di prezzo rispetto ai valori di mercato è pari mediamente al 22%, ma a Napoli (domanda a +2,4%) si arriva a “risparmiare” quasi il 40%, a Firenze il 34%, a Milano il 23%, a Roma il 19%, a Torino l’11% e a Genova l’8.

Tecnocasa ha indagato sulle motivazioni di chi sceglie la nuda proprietà: può stupire che il 27% del campione indichi “necessità abitative”, ma probabilmente per riuscire a comprare a prezzi accessibili si è disposti a rinviare il momento in cui si decide di lasciare l’affitto o la casa dei genitori; o può trattarsi di un acquisto fatto in prospettiva per figli ancora piccoli. Chi compra ha un’età compresa tra 35 e 54 anni nel 57% dei casi, chi vende ha più di 64 anni nel 74% dei casi. Il 37,7% degli acquisti è un trilocale.

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