Urbanistica

Sviluppo urbano, Verona frena sull'Arsenale e dice no a nuovi centri commerciali

Sono trascorsi i primi cento giorni per la giunta Sboarina che nella città di Verona si è già fatta sentire sui temi dello sviluppo e della rigenerazione urbana, indicando come priorità il recupero di aree già urbanizzate, ma dismesse e inutilizzate; affossando il progetto della vecchia giunta per la riqualificazione dell’Arsenale, seppellendo di fatto il project financing avviato dalla cordata guidata da Italiana Costruzioni; e con un messaggio deciso contro l’apertura di nuovi centri commerciali, considerando che, dopo il successo del nuovo Adigeo, nella città scaligera ce ne sono altri nove di grandi dimensioni in pipeline.

«La partita dell’Arsenale è aperta, abbiamo promosso un’attività concertativa, in sinergia con il Politecnico di Milano – spiega Ilaria Segala, assessore all’urbanistica di Verona – per cercare di individuare il migliore mix funzionale, ascoltando la gente. Entro fine anno contiamo di chiudere il progetto preliminare per mettere a bilancio la somma di 9 milioni per una prima fase di interventi». La soluzione della nuova amministrazione, che ha messo in un cassetto l’iniziativa sostenuta dall’ex sindaco Tosi, è volta a procedere per stralci, «valutando anche strumenti in partnership con i privati, com’è il leasing – ha precisato Segala – ma con una forte regia pubblica, non sbilanciando troppo l’operazione dalla parte del privato che, contribuendo economicamente in modo determinante, potrebbe spingere a favore della quota commerciale». A fine estate l’amministrazione ha revocato la delibera urbanistica che avrebbe reso possibile il progetto, dichiarato non di pubblico interesse. Ma cosa ne sarà dell’Arsenale a questo punto, e tra quanto? E ancora, come rigenerare Palazzo Capitanio in Piazza dei Signori? Come riusare Castel San Pietro, alle spalle del Teatro Romano? Domande che restano aperte: «Tutto da studiare» commenta l’assessore.

Verona cerca soluzioni sul tema della cultura, deve fare i conti con l’importante richiesta di spazi commerciali, e guardando al futuro spera di trovare una soluzione per la riconversione con un grande parco dell’area ex ferroviaria a ridosso del fascio dei binari. Ex mercati generali ed ex officine sono state riconvertite, ma solo parzialmente. La città ha bisogno di un disegno urbano chiaro per i servizi, in modo tale da costruire un’infrastruttura a sostegno della residenzialità.

Intanto però è la Fondazione Cariverona che ha affidato a Marino Folin lo sviluppo di un masterplan per valorizzare e riutilizzare otto immobili per un totale di 90mila mq nel cuore del centro storico, quasi tutti a ridosso di Piazza delle Erbe. «Si tratta di beni di proprietà diretta della Fondazione e di altri che fanno capo a Torre Sgr, per i quali – spiega l’ex rettore dell’Università Iuav di Venezia, che da quest'estate è anche nel consiglio di amministrazione della Fondazione – proporremo a breve una proposta unitaria per la rifunzionalizzazione del patrimonio». Da Castel San Pietro a via Garibaldi 1 e 2 (occupati un tempo dalla sede centrale di Unicredit), da Palazzo Forti ad una palazzina in via Rosa, dal Palazzo del Capitanio, a Palazzo Bottagisio, a un edificio in Piazzetta Monte. «Immobili in gran parte già vuoti o in corso di liberazione, inseriti nel tessuto storico e in posizioni strategiche – commenta Folin – di dimensione rilevante e di qualità architettonica, il cui destino è da ripensare, guardando al futuro e interrogandosi su cosa sarà Verona domani». Tra un mese e mezzo il masterplan sarà pronto e Folin è convinto possa essere l’occasione per una riflessione sulla vocazione della città e sul riuso di diversi contenitori da rimettere in gioco, alcuni già entro i prossimi due anni.

Sul fronte dell'housing non ci sono notizie rilevanti, in termini di dimensioni, se non l’operazione promossa dalla Sarmar nell’area delle ex caserme Passalacqua e Santa Marta, non lontano da Veronetta dove il Comune si è aggiudicato tra l’altro un finanziamento di 18 milioni, con il Piano Periferie, per riqualificare un palazzo e rigenerare un silos con funzioni per la vicina Università.

L’operazione denominata Verona Central Park (già raccontata su queste pagine un anno fa) ha fatto passi avanti. La quota di housing sociale, una trentina di alloggi, è già stata ultimata e venduta. Sono una sessantina gli alloggi di edilizia convenzionata: 20 già abitati e 40 venduti che saranno consegnati nei primi mesi del 2018 ad un prezzo di 2.700 euro al metro quadrato. Un terzo cantiere potrebbe partire a breve per altri 20 appartamenti. Per quanto riguarda l’edilizia libera il piano prevede 200 alloggi che andranno sul mercato a 3.600-3.800 euro/mq; per quest'ultima parte c'è il progetto per le prime cento casa e si conta di partire con il cantiere all'inizio del 2018. Secondo Sarmar, da un’indagine di mercato, si evince che in quest’area con questo prodotto immobiliare si potrebbero raggiungere valori anche di 4mila-4.200 euro al metro.

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