Urbanistica

Casa Italia, Cna: nel piano per la sicurezza includere la manutenzione degli impianti

di Giuseppe Latour

Anche Cna impianti, dopo le richieste arrivate dagli amministratori di condominio di Anaci, sollecita l'intervento del Governo per la messa in sicurezza degli edifici privati. Lo spiega il presidente nazionale dell'associazione, Carmine Battipaglia in una nota che punta all'ampliamento della portata del piano Casa Italia: serve una mappatura del territorio che possa portare alla pianificazione di una serie di interventi di manutenzione.

«La messa in sicurezza del nostro patrimonio edilizio – spiega Battipaglia - non può prescindere da una ricognizione dello stato di salute degli impianti e della loro messa a norma». Nello specifico, «condividiamo quanto, in merito, ha proposto Anaci e proprio perché apprezziamo la visione di medio-lungo termine del progetto Casa Italia, siamo convinti che un complessivo check up degli impianti sia una delle priorità da seguire se si vuole realmente affrontare la questione della sicurezza degli edifici».

Dal rapporto sul mercato della installazione di impianti curato dal Cresme per Cna, risulta che nel nostro paese negli edifici residenziali vi sono quasi 20 milioni di impianti termici (autonomi e centralizzati), più di 17 milioni per l'aria condizionata, 12 milioni per la produzione di acqua calda sanitaria, 20 milioni di impianti elettrici ed elettronici e 930mila impianti di sollevamento. In pratica, non c'è una abitazione senza almeno un paio di impianti.

Purtroppo, il panorama edilizio italiano, soprattutto quello che risale agli anni dell'immediato secondo dopoguerra e al periodo del boom economico, è generalmente di bassa qualità ed in condizioni di arretratezza: «Sarebbe pertanto parzialmente efficace intervenire solamente sulle singole unità abitative - dice il presidente degli impiantisti Cna - ma con ogni probabilità potrebbe invece essere più utile puntare ad un'opera di rigenerazione urbana che consenta il risanamento e l'efficientamento energetico su vasta scala di intere aree delle città e dei territori».

Ma mettere in sicurezza il patrimonio immobiliare e garantire la sua sicurezza nel tempo, secondo quanto spiega l'associazione, significa anche intervenire su molti altri aspetti del problema, a partire dalle verifiche e dai controlli sugli impianti esistenti. Per installare gli impianti secondo la cosiddetta "regola dell'arte" si devono seguire le norme Uni e Cei; al termine dei lavori, poi, il responsabile tecnico dell'impresa deve rilasciare, sotto la sua personale responsabilità, una dichiarazione di conformità prevista per legge.

Peccato che la sostanziale mancanza dei controlli da parte degli enti competenti (i Comuni oltre i 40mila abitanti e le Province) non ha fatto altro che favorire la diffusione del fenomeno degli operatori abusivi: «Del resto - conclude Battipaglia - è stato lo stesso legislatore a nascondere la testa sotto la sabbia; nel Dm 37/08 manca infatti tutto il Capo II che disciplina il sistema di verifica degli impianti. Se non parte una consistente ed accurata attività di verifica degli impianti è illusorio aspettarsi risultati concreti in materia di messa in sicurezza».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©