Urbanistica

Scenari Immobiliari: buone prospettive per il residenziale in Europa

Quale futuro per il mercato immobiliare? Una domanda legittima alla quale è sempre più difficile dare una risposta, oggi che il mood del settore dipende da una serie di variabili esogene in grado di influire in maniera rilevante sull’andamento degli investimenti nel real estate. Al momento, per esempio, sono proprio le incognite sul referendum autunnale italiano a imporre cautela sul mattone del nostro Paese, per l’incertezza politica che ne potrebbe derivare. Ma anche le conseguenze dell’uscita del Regno Unito dalla Ue e i delicati equilibri geopolitici impongono cautela.

Secondo l’outlook di Scenari Immobiliari, che sarà presentato a Santa Margherita Ligure nel corso del 24esimo Forum che si terrà venerdì 16 e sabato 17 settembre, il mercato immobiliare nel mondo mantiene un trend positivo. Anche se in alcuni Paesi il settore subisce ancora gli ultimi colpi di coda della crisi.

Dal 2010 a oggi il valore del metro quadro in Italia è sceso 15%, come in Spagna, segnando la peggiore performance europea. In Italia le quotazioni dovrebbero chiudere il 2016 con una lieve diminuzione per il residenziale. Le compravendite dovrebbero salire del 14,6% rispetto all’anno precedente, mentre un aumento intorno all’8% è atteso nel 2017, anno in cui i prezzi torneranno a salire, seppur lievemente. La ritrovata fiducia nel mercato residenziale affonda le sue radici nella riduzione dell’imposizione fiscale, nell’aumento dell’erogazione di mutui e nel calo dei prezzi degli ultimi anni. «Tuttavia, la ripresa è limitata alle grandi città» dice Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari. La lieve ripresa non coinvolge in maniera significativa il settore delle costruzioni residenziali, che continua a essere fortemente penalizzato anche se il volume di attività dovrebbe crescere di circa il 10% nel prossimo triennio. In Italia il fatturato del mercato residenziale a fine 2016 dovrebbe raggiungere gli 86 miliardi di euro dagli 83 miliardi dell’anno scorso (+3,6%) - su un fatturato complessivo del real estate di 115,1 miliardi -, per poi passare a 91,2 miliardi nel 2017 (+6%).

Tra i maggiori Paesi europei si nota un andamento positivo dei prezzi al metro quadro, a eccezione del Regno Unito, anche se - sottolineano da Scenari Immobiliari - non si attendono per fine anno performance particolarmente brillanti. Caso a sè l’Irlanda e la Svezia, dove il forte aumento della domanda, accompagnato da scarsità di offerta di qualità, fa pensare a incrementi a due cifre, non solo nella capitale, ma anche in altre città importanti.

La domanda di case è in aumento nei primi cinque Paesi dell’Unione europea (Regno Unito, Francia, Germania, Italia e Spagna), sostenuta anche dalla politica monetaria accomodante della Bce. Una domanda che è diventata negli anni della crisi e anche successivamente sempre più selettiva, indirizzata verso abitazione moderne in location centrali delle principali città. In Ue5 il patrimonio immobiliare ammonta a quasi 18 miliardi di mq per un valore di circa 29mila miliardi di euro. Il patrimonio di maggiori dimensioni è in Germania (28% del totale), seguita dal 22,3% della Francia. L’Italia si colloca al terzo posto con oltre 3,1 miliardi di mq (17,8% dei cinque Paesi). Dopo anni è in lieve ripresa l’attività edilizia, con una media europea di circa tre alloggi ogni mille abitanti, rispetto a 1,2 del biennio precedente.

Nel 2016 la Francia ha evidenziato un forte aumento delle compravendite, che hanno superato le punte del 2007. Nonostante i bassi tassi di interesse abbiano contribuito ad arrestare una flessione delle quotazioni durata tre anni, le aspettative sono di un incremento annuo modesto, intorno al 2% nel 2016-2017.

In Germania la crescita delle compravendite dovrebbe essere debole, inferiore al 10% nei prossimi 18 mesi. A differenza di altri Paesi europei, tuttavia, il nuovo mostra un discreto dinamismo, con un quinto degli scambi nel primo semestre 2016. I prezzi sono in una fase di stabilità, con aumenti intorno all’1%, anche se gli immobili di pregio nelle città più importanti segnano un trend più brillante.

Il 2015 ha segnato l’anno di svolta per il mercato immobiliare spagnolo: compravendite in aumento del 21% sul minimo storico del 2014 e previsioni di crescita intorno al 16% a chiusura del 2016 e 11% nel 2017 sono i dati salienti. Ci vorrà comunque molto tempo prima di recuperare i volumi pre-crisi: lo stock di case invendute è ancora consistente.

Il mercato residenziale inglese sta registrando, dopo Brexit, il rallentamento di alcuni progetti di alto livello e il calo della domanda internazionale, soprattutto a Londra. Una flessione delle quotazioni per gli immobili di lusso nella capitale subirà un’accelerazione: le ultime rilevazioni indicano un probabile calo medio del 3% nel 2016 e dell’1% nel 2017.

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