Urbanistica

Previsioni globali Fiabci: sale la spinta asiatica sugli investimenti

Iniziano a spirare venti di cambiamento nel real estate mondiale, finora inebriato dai successi in termini di afflusso di capitali. L’eccesso di risparmio, con una forte liquidità da investire, rendimenti prossimi allo zero nei mercati obbligazionari, instabilità dei mercati azionari e una “under allocation” di capitali nel real estate asiatico hanno portato a un boom di investimenti negli ultimi sei anni, tanto che Cbre stima che gli afflussi di capitali al real estate nella prima parte del 2015 siano stati pari ad almeno cinque volte quelli dello stesso periodo del 2009.

A fronte di una crescita del 13% nel 2015, l’aumento nel 2016 sarà del 4% circa e nel 2017 e 2018 si prevede sì una crescita, ma a ritmi ridotti. Soprattutto cambiano i trend a livello geografico e gli investitori dell’area asiatica diventano preponderanti. In questo contesto, Fiabci (The International real estate federation) ha una posizione privilegiata per osservare il trend del mercato immobiliare mondiale e si è appena svolto a Panama il World congress della Federazione, con circa 500 rappresentanti di alto livello del real estate da tutto il mondo (67 Paesi). «Sono oltre cento i miliardi di euro investiti in Europa entro fine 2016, principalmente nel Regno Unito, Germania e Francia. Gli attori del mercato asiatico e quelli del mercato americano sono i più attivi nelle operazioni transfrontaliere - spiega il neoeletto presidente mondiale Fiabci, Kirkor Ajderhanyan -. Spinti anche dalla necessità dei fondi pensione di ovviare ai rendimenti molto modesti del mercato finanziario, gli investitori internazionali stanno guardando con interesse il Vecchio continente, così come i mercati asiatico e sudamericano».

Secondo Cbre, da qui al 2020 i nuovi investimenti verso il settore immobiliare nel mondo saranno pari a 240 miliardi di dollari, che si vanno ad aggiungere al totale dello stock immobiliare (tutto compreso) di 14.800 miliardi di dollari a fine 2014. La parte principale dal punto di vista degli investitori spetta ai Paesi asiatici: Singapore, Hong Kong, Cina, Giappone, Corea del Sud, secondo Cbre. Al contrario, le maggiori destinazioni in termini di investimenti sono Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Francia e Germania. «Per ottenere ritorni adeguati, i fondi di investimento globali stanno sempre più spesso cercando alleanze di medio termine con developer locali - aggiunge Kirkor -. Ciò è facilitato dalla disintermediazione bancaria che spinge alla creazione di strumenti partecipativi sempre più complessi a cui i “vecchi imprenditori” stanno guardando con interesse». Il Prix d’Excellance di Fiabci, assegnato ogni anno al World Congress, premia i migliori investimenti ed è una cerniera tra il mondo finanziario e quello imprenditoriale: «Una cartina di tornasole delle preferenze del mercato» aggiunge il presidente di Fiabci. Si tratta del riconoscimento più ambito dagli sviluppatori mondiali. E, come dimostrato dai vincitori delle diverse categorie a Panama, è netta la preponderanza dei progetti dell’area asiatica e del Pacifico. «Gli sviluppi immobiliari in Asia hanno dimensioni non paragonabili con quelle europee o anche americane. Tuttavia in Asia il peso economico degli imprenditori è molto forte e il ruolo della finanza internazionale è ancora limitato ed è prevedibile un’inversione di tendenza» dice Kirkor.

Dietro ai sipari del World congress non è mancata la preoccupazione per il futuro, soprattutto in termini di quali settori privilegiare negli investimenti prospettici. «Negli Stati Uniti si rafforzano i timori per una nuova crisi globale - ha detto Danielle Grossenbacher, di New York, uscente presidente mondiale -. Se davvero ci fosse un’altra crisi le conseguenze sarebbero pesanti, perché ormai i tassi di interesse sono a livello zero».

«L’Italia, in questo contesto, sta rischiando di restare ai margini dei grandi fenomeni sia di investimento che di cambiamento - spiega Antonio Campagnoli, presidente di Fiabci Italia -. Quando un grande investitore estero vuole puntare su un nuovo Paese lo fa scegliendo uno sviluppatore, ma ormai nel nostro Paese queste figure sono pressochè inesistenti, salvo un paio di eccezioni note. Tanto che, per esempio, a Milano vediamo ormai arrivare investitori con i propri sviluppatori».

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