Urbanistica

Inchiesta a Milano, Coppola fermato di nuovo per bancarotta

di R.Fi.

Non è mai finita per Danilo Coppola, ex protagonista della stagione dei cosiddetti furbetti del quartierino, finito in carcere già una volta nel 2007 e poi assolto in appello nel 2013. Ieri l’immobiliarista romano è finito di nuovo in carcere. I militari del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano l’hanno infatti arrestato con l’accusa di bancarotta, nell'ambito di un'inchiesta della procura del capoluogo lombardo con al centro il fallimento di alcune società a lui riconducibili. A Coppola è contestato anche il reato di sottrazione fraudolenta del pagamento delle imposte.

Secondo l'accusa Coppola si sarebbe reso responsabile della «sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte per un ammontare complessivo pari ad oltre 320 milioni», importo per il quale è stato disposto il sequestro preventivo «per equivalente» su beni immobili e conti riconducibili all'immobiliarista. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal Gip Livio Cristofano su richiesta del procuratore aggiunto Francesco Greco e dei Pm Mauro Clerici e Giordano Baggio.

L’indagine ha «consentito di ricostruire le dinamiche relative a complesse operazioni, anche a carattere transnazionale, di distrazione del patrimonio di alcune società facenti capo all'indagato, che ne hanno cagionato il dissesto economico-finanziario». Da qui la contestazione delle accuse di bancarotta fraudolenta e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

La parabola di Coppola, uno dei «furbetti del quartierino» protagonisti della stagione delle grandi scalate bancarie, parte dagli affari immobiliari, passa per una ambiziosa avventura finanziaria e finisce nella lunga trafila di guai giudiziari, che lo hanno portato anche all'arresto, il 1 marzo 2007. Poi l’assoluzione del 2013 e ieri il nuovo arresto a Milano dopo che il 1 aprile scorso l'immobiliarista aveva incassato una condanna a 9 anni di reclusione da parte del tribunale di Roma che lo ha ritenuto responsabile di dieci episodi di bancarotta contestati a seguito del fallimento tra il 2007 e il 2009 di altrettante società a lui riconducibili.

Un crac da quasi 300 milioni di euro che avevano spinto i giudici della decima sezione penale a dichiarare Coppola interdetto in perpetuo dai pubblici uffici e in stato di interdizione legale.

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