Urbanistica

La casa in legno? Efficiente e di rapida realizzazione: pronta in sei mesi

C’era una volta un mercato di nicchia. Che riguardava, in Italia, sporadiche case, volute da committenti sensibili a uno stile di vita al ritmo della natura. Oggi, invece, c’è un mercato in crescita. Quello delle costruzioni in legno, sempre più diffuse in Italia, anche se ancora “a macchia di leopardo”. Edifici tecnologici e moderni, lontani dallo stereotipo della baita di montagna, non solo ville uni e bifamiliari, ma anche fabbricati su più piani, adatti a inserirsi in contesti rurali e urbani, dove si mimetizzano nel tessuto esistente, perché possono assomigliare in tutto e per tutto a strutture “di mattoni”.

Quali passi deve fare chi vuole valutare la scelta di una casa in legno? Il percorso è analogo a quello per un fabbricato in laterocemento o in acciaio. Si parte dalla necessità di un terreno su cui costruire e dalla scelta di un’impresa seria ed affidabile, ma le procedure autorizzative da seguire sono le medesime rispetto a qualsiasi altra costruzione, così come la predisposizione degli allacci. Tenendo anche presente che le fondamenta di una casa – qualsiasi sia la struttura montata al di sopra – vengono realizzate in calcestruzzo. Ciò che cambia, però, è il ruolo del progetto. «Costruire in legno richiede un alto grado di prefabbricazione. Questo costringe professionisti, impresa e committenti – spiega Lorena De Agostini, architetto, consulente di proHolz Austria e responsabile di promo_legno, progetto di promozione nato in collaborazione fra l’ente austriaco e le associazioni di categoria italiane – ad avere le idee chiare fin dall’inizio su ciò che si intende realizzare. In questo tipo di cantieri, così come in ogni fabbricato eseguito ad arte, non dovrebbe esserci possibilità di varianti in corso d’opera. Anche se, alla fine, resta un margine di modifica, è buona prassi limitare al massimo i cambiamenti in fase realizzativa».

Diretta conseguenza della necessità di definire bene gli aspetti progettuali, è che le case in legno hanno costi e tempi certi; fissati prima dell’inizio dei lavori e difficilmente sforabili. Esaminando casi reali di proposte sul mercato, per una villa uni o bifamiliare, l’investimento richiesto va dai 1.200 euro al mq fino anche a 3mila euro o più. La media si aggira, normalmente, intorno ai 1.500/1.800 euro al mq, tutto compreso. Sotto l’aspetto dei tempi, il cantiere in genere è molto più breve rispetto a una struttura tradizionale: per la sola parte strutturale bastano anche quindici giorni. Per poter traslocare, l’attesa in genere è di 5 o 6 mesi da quando si chiude il contratto con l’azienda. Per ciò che riguarda i sistemi costruttivi, i due più diffusi in Italia occupano il 90% del mercato. Il sistema a telaio prevede la prefabbricazione, a diversi livelli, di pannelli, assemblati in stabilimento per formare pareti, solai e coperture. In alcuni casi, le componenti del futuro immobile arrivano con gli infissi già inseriti e vengono ancorati in cantiere alle fondamenta. Il sistema X-Lam, tecnica diffusa in Germania e Austria già dagli anni Novanta, ma più di recente nel nostro Paese, consiste invece nell’assemblaggio di tavole di legno massiccio, piani multistrato a strati incrociati, con funzione portante di piastra o lastra, a seconda del ruolo nell’immobile. Si tratta di una tecnica particolarmente adatta a chi deve costruire su più piani o desidera forme non convenzionali. «È importante sottolineare che non c’è un sistema migliore di un altro – prosegue De Agostini –. La scelta va affrontata caso per caso e dipende da una serie di fattori oggettivi, come il tipo di progetto che si vuole realizzare o anche il luogo in cui si opera».

Perché scegliere una casa in legno?  Sono ecologiche, grazie a una materia prima riciclabile (e alla presenza sul mercato di aziende che propongono anche fabbricati assemblati senza l’uso di chiodi o colle); garantiscono alte prestazioni energetiche (se si scelgono buoni serramenti e finiture, i consumi possono essere inferiori dell’80% rispetto a un edificio “tradizionale” mediamente efficiente); sono case che assicurano una classe energetica A e che spesso sono accompagnate da protocolli volontari, come Casaclima, Arca o Passivhaus; preservano il comfort interno, grazie alle proprietà di isolamento insite nel materiale e all’assemblaggio a secco, senza l’uso di acqua per le malte e gli intonaci. Questo tipo di costruzioni è poi anche antisismico, perché l’impatto distruttivo dei terremoti è proporzionale alla massa e il legno pesa la metà rispetto alla muratura. Contrariamente a quanto si possa pensare, è buona la resistenza al fuoco, perché – pur costruite con un elemento ovviamente combustibile – le case in legno consentono di ottenere una resistenza strutturale certa e certificabile e tendono a non collassare in modo improvviso. Proprio per le alte prestazioni garantite dal materiale, consentono di superare i limiti normativi imposti dalle leggi italiane in tema di rispetto degli standard energetici e sismici e consentono al progettista di osare di più nella forma e nel design.

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