Urbanistica

A Expocomfort il futuro della casa smart che misura l’energia

Monitorare per ridurre; garantire una fatturazione accurata, basata sul consumo effettivo; promuovere l’efficienza energetica attraverso informazioni aggiornate e puntuali; creare offerte mirate a diversi segmenti di clientela. In due parole, smart meter: i contatori intelligenti che devono condurci verso tariffe differenziate e bollette effettive, sul modello della telefonia mobile, e interfacciarsi con i vari dispositivi domotici, di home e building automation.

Lo stato dell’arte dello smart metering (e la sua evoluzione) è uno dei temi affrontati dalla 40esima edizione della Mostra Convegno Expocomfort (Mce), appuntamento dedicato all’impiantistica civile e industriale, alla climatizzazione e alle energie rinnovabili, che si conclude domani alla Fiera di Milano. In vetrina, nell’area espositiva “That's smart” organizzata quest’anno con il supporto aggiuntivo di Anie, c’è infatti anche il futuro dell’abitare connesso e integrato. A pochi giorni dalla delibera con cui l’Autorità per l’energia ha approvato le specifiche dei contatori elettronici di nuova generazione, che andranno a sostituire quelli installati a partire dal 2001 (oltre 30 milioni), nel workshop in programma oggi viene approfondita la questione delle tecnologie e del monitoraggio da remoto dei consumi.

«Se la prima tornata di contatori intelligenti ha costituito un passo importante, ma di fatto a uso esclusivo delle utility, questa seconda generazione favorirà il dialogo con i dispositivi dell’utente, dialogo che ora ha bisogno d’essere intermediato da un altro apparecchio. L’utente potrà ricevere dati sui consumi in tempo reale, gestendo così i carichi e approfittando a pieno delle differenti tariffe orarie», riassume Diego Gajani, responsabile del gruppo Smart metering di Anie. In Europa, sul fronte elettricità, «l'Italia è stata pioniera della prima fase, insieme a Svezia e Finlandia, mentre prosegue l'installazione degli smart meter nel settore gas. In prospettiva – spiega Gajani – l’obiettivo sarà estendere la misurazione intelligente anche al calore per il riscaldamento e alla produzione di acqua calda sanitaria».

La gestione dei flussi riduce i costi degli edifici, aumenta il valore degli immobili e migliora la qualità della vita. Ma il nucleo dell’efficienza energetica (e dello stesso evento Mce) è nell’integrazione tra tecnologie, sistemi e soluzioni, tra mondo elettrico e termico, involucro e impianto, e nel nuovo modo di costruire che risponde alla sigla Nzeb (edifico a energia quasi zero). Un esempio tangibile si ritrova nell’area “Oltre la classe A”, dov'è esposto un edificio in scala reale realizzato con un mix delle migliori tecnologie impiantistiche, selezionate dal comitato scientifico di Mce e dal Politecnico di Milano tra i prodotti del “Percorso efficienza e innovazione”. La casa del futuro prossimo.

Pompe di calore, building automation, caldaie a condensazione, solare fotovoltaico, mini-eolico, solare termico, caldaie e biomassa, sistemi di cogenerazione, soluzioni integrate... Per aiutare i consumatori a destreggiarsi tra le attuali offerte di mercato, scegliere i prodotti idonei alle proprie esigenze avendone ben chiari vantaggi e ritorni economici, è stata disegnata una guida che illustra in modo sintetico le varie tecnologie domestiche e che nasce da un'analisi dell'Energy Strategy Group del Politecnico di Milano. Secondo lo studio, il mercato degli impianti per il risparmio energetico negli edifici è destinato in Italia a guidare investimenti per oltre 12 miliardi di euro entro il 2020. Le soluzioni integrate più diffuse nelle nuove costruzioni saranno quelle composte da fotovoltaico e pompa di calore (5-10%) e da solare termico e caldaia a condensazione (10-15%): quest'ultima combinazione raggiungerà anche il 5% degli edifici esistenti che oggi ne sono sprovvisti.

Ma non è solo lo stretto ambito domestico delle installazioni ad esser oggetto di approfondimento. Come dimostra il rapporto del Cresme presentato martedì, nel 2015 in Italia la quota di mercato degli impianti sugli investimenti in costruzioni segna il 34%, con un valore della produzione pari a 45,8 miliardi, che colloca il paese al terzo posto in Europa, dopo Germania e Francia. Se negli anni di crisi l’installazione impianti ha retto meglio rispetto agli altri comparti, gioca ora un ruolo sempre più strategico, spinta dallo sviluppo della riqualificazione e della produzione di energia da fonti rinnovabili, senza dimenticare la sicurezza e la domotica. «Con il 2016 il settore delle costruzioni esce dalla fase recessiva e avvia un nuovo ciclo espansivo», scrive il Cresme. Gli impianti sono tra i grandi protagonisti e lo saranno ancor più nei prossimi anni.

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