Urbanistica

Efficienza energetica, un marchio di qualità Enea per i professionisti «green»

Diffondere la formazione nell’edilizia sui temi dell’efficienza energetica e giungere a un marchio italiano di qualità per tutto il settore. Sono i propositi del progetto Bricks (Building Refurbishment with Increased Competences, Knowledge and Skills), promosso dall’Enea e da altri 15 partner tra associazioni di categoria e centri di formazione, co-finanziato dal percorso europeo Intelligent Energy Europe. Un progetto che nel 2016 entra nel vivo e spera di arrivare a risultati concreti.

«L’Ue si è data risultati ambiziosi con il Quadro per il clima e l’energia approvato nel 2014 e, tra questi, c’è un miglioramento generale del 27% dell’efficienza energetica entro il 2030 – spiega Anna Moreno, ricercatrice dell’Enea che coordina il piano –. Oggi il mercato italiano sconta alcuni ritardi. Per esempio, molti idraulici non sanno neppure che cosa sia una pompa di calore. E quando un ente pubblico vuole sapere quali sono le imprese più avanzate su questi temi, in realtà non sa dove cercare, perché non esiste né un elenco né una certificazione». Cosa che c’è in altri Paesi, come ad esempio in Francia, dove da dieci anni il Governo ha promosso il marchio Qualit'ENR (Qualification des energies renouvelables).

Ecco allora la prima idea. «Insieme al gruppo Cs (Consulenza e formazione) e Unioncamere vogliamo creare un marchio di qualità anche per l’Italia, da richiedere presso gli sportelli delle Camere di commercio locali. Un bollino di certificazione per le aziende sui temi dell’efficienza energetica». Accanto a questo, nasceranno specifici corsi di formazione per i singoli lavoratori, «in modo che, se anche l’intera impresa non è certificata, almeno un tecnico al suo interno possa disporre di queste competenze. In questo caso, a verificarle sarà Accredia, l’ente italiano di accreditamento».

L’altro tema è dare una forma certificata e più chiara a nuove figure professionali che si stanno affermando, ma che faticano ad essere codificate e inserite nei sistemi di classificazione regionali. «Proprio le Regioni sono i primi enti che stiamo cercando di coinvolgere. Ciascuna di esse predispone il proprio sistema delle qualifiche professionali. La Lombardia, per esempio, lo ha appena aggiornato. È un volume di quasi mille pagine, ma dove mancano numerose diciture che oggi sarebbe necessario contemplare, come gli installatori di sistemi di isolamento termico a cappotto, di impianti geotermici a pompa di calore e di sistemi domotici, gli auditor energetici e i formatori d'aula e di cantiere». Secondo Enea, questo tipo di aggiornamento sarebbe a costo quasi zero per le Regioni, che potrebbero attingere al Fondo sociale europeo. Ad esempio sarebbe importante sviluppare il formatore di cantiere, un tecnico, cioè, che conosca le migliori tecniche e abbia anche nozioni di insegnamento ai sui colleghi. Nel Lazio c'è già stata una sperimentazione di una sessione di formazione svolta direttamente in cantiere, durata solo un giorno, «che ha avuto successo e in cui tutti i partecipanti hanno chiesto che durasse di più».

Per quanto riguarda i tempi? «Con i partner del progetto – spiega la ricercatrice – ci stiamo muovendo affinché tutti i soggetti coinvolti firmino un policy paper dove saranno individuate le azioni che i Ministeri, le Regioni e le Province autonome dovranno realizzare entro il 2020». Una data fondamentale, che l’Ue ha fissato come anno dopo il quale tutte le nuove costruzioni edilizie dovrebbero essere ad alta efficienza. Ma già il biennio 2016-2017 sarà il periodo in cui Enea imprimerà un’azione decisa sul versante della formazione.

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