Urbanistica

Colombo Clerici (Assoedilizia): gestire la bad bank per favorire la ripresa dei mutui

di Massimo Frontera

L'«effetto principale della istituzione della bad bank dovrebbe essere quello di mantenere, attraverso un deleveraging pilotato, in capo alla banca che cede i non performing loans il plusvalore, o parte di esso, derivante da un recupero ottimale dei crediti deteriorati stessi.
E al medesimo tempo stesso liberare risorse finanziarie oggi non disponibili per l'attività istituzionale corrente». È quanto dichiara il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici, nella giornata il cui il governo ha previsto, in consiglio die ministri il varo del maxi-decreto per mettere in sicurezza il settore bancario.

«Se la bad bank verrà realizzata secondo questi principi - aggiunge il presidente di Assoedilizia - dovrebbe esservi una maggiore possibilità di erogazione dei mutui fondiari che oggi sono molto ridotti. Ciò andrebbe ovviamente a favore di una ripresa anche del mercato immobiliare».

«Mettere in crisi il mercato immobiliare significa creare una forte criticità all'interno del sistema bancario - aggiunge Colombo Clerici -. E la crisi di quest'ultimo, ribaltandosi sulle imprese, significa aggredibilità degli asset dell'intero reticolo economico-produttivo, a causa proprio della sua forte dipendenza dal finanziamento bancario».

L'analisi del presidente dell'associazione milanese della proprietà immobiliare tiene conto delle negative esperienze che il settore immobiliare e della proprietà edilizia ha vissuto sulla propria pelle a seguito delle decisioni presi dai precedenti governi.

«Alla fine del 2011 - ricorda - il governo ha dato il via a un brusco e grave inasprimento del carico tributario gravante sugli immobili a reddito. Vengono chiamati a pagare anche gli immobili storico-monumentali e quelli agricoli. Nella primavera dell'anno successivo il governo apre decisamente alla questione della riforma catastale che, intervenendo nel mercato come una mannaia, potrebbe dare il colpo di grazia all'economia del settore.Un vero attacco fiscale concentrico alla proprietà immobiliare».

Ne segue «una caduta verticale della fiducia nei milioni di risparmiatori diffusi, le famiglie italiane, che tengono in piedi il mercato immobiliare». «Il conseguente crollo dei valori degli immobili finisce, nel tempo, per incidere pesantemente sulla situazione dei non performing loans, non solo perché un terzo di questi riguarda il default delle imprese del settore edilizio-immobiliare, ma anche perché esso produce un generale calo del rating dei crediti verso le imprese industriali-commerciali e una correlativa scopertura nei bilanci delle banche che dovrebbe esser sanata con delle ricapitalizzazioni; in alternativa rimane la cessione immediata dei crediti deteriorati,con ingente perdita di ricchezza».

«Si apre dunque la vicenda che sta in questi giorni attraversando l'intero settore bancario ed il mondo dell'economia - conclude Clerici: la terza mossa dipende dalla interrelazione tra banche e produzione. L'economia italiana è bancocentrica. Le imprese di questo settore dipendono infatti, in termini di finanziamento, almeno per l'80 % dal sistema bancario.
Non sia mai che si arrivi anche a questo passaggio: sarebbe scacco matto».

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