Urbanistica

La cittadella di Alessandria? Dopo il flop con i privati la prende in carico lo Stato (ma i soldi non ci sono)

di Massimo Frontera

Per fermare il degrado della cittadella di Alessandria interviene lo Stato, attraverso il ministero dei Beni Culturali. Pochi giorni fa era successa la stessa cosa con il carcere borbonico di Ventotene, la cui consegna al Mibac è stata sottolineata dalla presenza, sull'Isola, del premier Matteo Renzi. Entrambi i complessi sono sottoposti a tutela. Entrambi i complessi, hanno un potenziale inespresso di utilizzo a scopi pubblici. Entrambi i complessi hanno anche bisogno di interventi immediati per evitare il decadimento strutturale che aumenterebbe ulteriormente i costi del necessario recupero.

Fin qui le somiglianze. Una differenza importante è che - nel caso della cittadella di Alessandria - è stato fatto un tentativo per coinvolgere i provati. Nel marzo del 2014 l'Agenzia del Demanio ha lanciato un bando di valorizzazione per affidare l'intero complesso - che si estende su un'area di 60 ettari con 190mila mq di superfici utili - a un soggetto privato, in cambio di un canone di valorizzazione per la durata di 50 anni. Il bando concedeva uno sconto del 90% per i primi sei anni di concessione, per aiutare ad ammortizzare i costi del recupero. Il bando però è andato deserto, anche a causa dei pesanti vincoli imposti dalla tutela culturale che, di fatto, ha eliminato tutte le funzioni in grado di garantire una remunerazione (ricettiva, residenziale, produttiva, artigianale). Risultato? Dopo due anni, l'Agenzia del Demanio ha passato volentieri la palla a qualcun altro. Il ministero prenderà in consegna il complesso per avviarlo al recupero. Peccato che non si asa ancora né cosa farci, né con quali soldi. Il ministero ha solo comunicato che «con la consegna di oggi per la Cittadella, iscritta dal 2006 alla Tentative List dell'Unesco, si apre un nuovo scenario, che permetterà, operando in sinergia con le istituzioni locali ed il territorio, di avviare il recupero e la valorizzazione di un luogo di eccellenza del patrimonio culturale italiano».

Diversa invece la storia del carcere di Ventotene, dove invece c'è un progetto e, a quanto pare, anche i soldi per realizzarlo, individuati nei fondi comunitari. Il premier ha annunciato «un impegno fino a 80 milioni di euro sul progetto per il recupero, il restauro e il riutilizzo del carcere di Santo Stefano». Per il complesso di oltre 28mila metri quadrati a forma di ferro di cavallo c'è «una ipotesi di riutilizzo prevalentemente culturale e di alta formazione anche con riferimento alle istituzioni europee».

IL BANDO FLOP DEL 2014 LANCIATO DALL'AGENZIA DEL DEMANIO

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