Urbanistica

Mercato casa/2. Anche gli immigrati ricominciano ad acquistare: + 8.3% nel 2015

di M. Fr.

Nel 2015 gli stranieri immigrati in Italia hanno acquistato circa 39mila abitazioni da adibire a prima casa, pari a un incremento dell'8,3 per cento. Lo comunica Scenari Immobiliari, anticipando alcuni numeri del rapporto "Immigrati e casa" che sarà presentato pubblicamente nelle prossime settimane. Il valore complessivo degli acquisti, stima sempre Scenari Immobiliari, è di circa 3,8 miliardi di euro, pari a un incremento del 15,1% rispetto all'anno prima. Il mercato della casa dovuto agli acquisti da parte di famiglie di immigrati vale l'8,7% dell'intero mercato immobiliare residenziale nazionale.

«L'inversione di tendenza - spiega Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari - è
importante perché la domanda abitativa espressa dagli immigrati si può stimare in oltre un milione di case. In assenza di una politica pubblica, la soluzione si può trovare solo nel mercato privato».

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La ripresa degli acquisti, spiega inoltre Scenari, si deve a una maggiore facilità di accesso al credito e a prezzi delle case più bassi, soprattutto nei piccoli centri e nelle periferie, che rendono più facile comprare. È per questo che in alcune aree del paese la quota di acquirenti stranieri tocca il 40 per cento. Inoltre, più di un terzo (37 %) dei lavoratori immigrati acquista nelle periferie del capoluogo e metà nei piccoli comuni del resto della provincia.

Quanto alle caratteristiche dell'abitazione acquistata, Scenari Immobiliari rileva che nel 2015 c'è stato un leggero aumento della dimensione media, che è cresciuta a circa 90 mq. La qualità è invece modesta. «La qualità degli immobili è bassa, quasi mai nuove costruzioni, e i pochi stranieri che ottengono il credito bancario cercano l'occasione di potersi sistemare in una casa mediamente grande, dove accogliere tutta la famiglia. Gli stranieri comprano appartamenti, ma sono in grado di acquistare anche villette più o meno grandi in campagna, dove poter magari avviare una piccola attività agricola (la provincia di Bari ne è un esempio)».

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