Urbanistica

Efficienza energetica, dal cambio delle luci (a led) il risparmio maggiore

Un salto di etichetta energetica che, nel breve periodo, non sempre si rivela conveniente tout court, a prescindere dalla vita utile dell’apparecchio. Almeno valutando i tempi di ritorno dell’investimento e senza considerare l’aiuto degli incentivi fiscali. Il cambio degli elettrodomestici, con passaggio alle classi più efficienti, si traduce certo in un taglio alla bolletta. E del resto, secondo le stime della Commissione europea, l’effetto delle direttive Ecodesign (efficienza energetica) ed Ecolabel (etichetta) porterà entro il 2020, in generale, a un risparmio per le famiglie fino a 465 euro.

Ma al di là dei casi limite, e a fronte dei pur evidenti risparmi ottenibili, «la sostituzione degli elettrodomestici di casa con altri più efficienti rimane guidata dalla pura necessità: si cambia l’apparecchio quando comincia a mostrare problemi di funzionamento e i costi manutentivi diventano eccessivi, o quando si sceglie di rinnovare l’intero ambiente della cucina», osserva Paolo Rohr, direttore Business unit utilities di Facile.it.

Quanto conviene rottamare forno, lavatrice, lavastoviglie, frigorifero “datati”? E quanto invece intervenire sull’illuminazione, installando lampadine Led? Abbiamo provato a calcolarlo con l’aiuto del portale specializzato in comparazioni tariffarie. Partendo dall'ipotesi di una famiglia di tre persone, in un appartamento milanese di 120 mq e con una bolletta elettrica annua di 681 euro (consumi di circa 3.200 kW), che vuol rimpiazzare i propri elettrodomestici in classe C (con dieci anni di esercizio). Il costo per passare alla classe energetica massima (A+++) è pari a 1.530 euro, prendendo in esame gli apparecchi di fascia economica che si trovano sui siti dei maggiori distributori. Si prospetta allora un risparmio annuo che, alle attuali tariffe del mercato di tutela e calcolando la successiva riduzione dei costi unitari dell’energia, è pari a circa il 15% della bolletta (106 euro) e porta l’investimento a rientrare in 14 anni, senza alcun incentivo.

Se volessimo (e potessimo) invece approfittare del “bonus mobili”, che agevola - con detrazione al 50% - non solo gli arredi ma anche l’acquisto dei grandi elettrodomestici energeticamente efficienti, il pay-back scenderebbe a circa 8 anni. Resta però da considerare che si tratta di stime calibrate su volumi medi: se si parte infatti da parametri diversi, maggiori dispendi elettrici e una casa più grande, gli stessi tempi di ritorno possono ridursi.

Il bonus (legato a quello sulle ristrutturazioni edilizie e in vigore anche nel 2016) agevola in realtà elettrodomestici che non devono per forza raggiungere il tetto della scala energetica. «Nel momento in cui decidiamo di cambiare – spiega Rohr – notiamo però che le differenze di costo sono piuttosto contenute: nel nostro esempio si parla di 130 euro totali, rispetto ad apparecchi con i requisiti minimi per godere della detrazione (cioè A+, e A per il forno, ndr)». In sintesi, grazie all’incentivo il pay-back potrebbe forse risultar simile a quello dell’investimento “efficiente”, ma una volta superata la soglia di rientro resterebbero comunque risparmi inferiori.

Un dato emerge su tutti: se l’obiettivo è una veloce ed efficace sforbiciata alla spesa elettrica, si deve uscire dal tracciato degli elettrodomestici e concentrarsi sull’illuminazione. È lì che si annida il grosso della bolletta: le 12 lampadine a risparmio energetico ipotizzate pesano infatti per quasi il 40%. Sostituirle con quelle Led ha un costo di 141 euro, che però consente di ridurre la successiva spesa del 16% (110 euro annui) e si rivela quindi presto ripagabile: in poco più di un anno, e senza alcuna agevolazione. Tutto considerato, dunque, tra Led e nuovi elettrodomestici in classe A+++, il taglio alla bolletta può arrivare fino al 31% (e al 35% se si include l’effetto della riduzione dei costi energetici sugli altri elettrodomestici).

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