Urbanistica

Stabilità, Ance: ok bonus e addio alla Tasi, ma per rilanciare l'immobiliare non basta

di Alessandro Arona

Bene le proroghe delle detrazioni ad aliquota potenziata per recupero edilizio e riqualificazione energetica degli edifici. E bene anche l'abolizione di Tasi e Imu sulla prima casa. «Tuttavia le misure adottate non possono ritenersi ancora sufficienti per garantire un effettivo rilancio del mercato immobiliare, né tantomeno per superare le attuali distorsioni del sistema impositivo locale».

Queste le prime valutazioni dell'Ance (Associazione nazionale costruttori edili) sulla parte fiscale del Ddl di Stabilità, depositato il 26 ottobre in Senato dopo il visto del presidente della Repubblica. L'Ance sta ancora lavorando sulle tabelle, per valutare l'impatto della manovra sui fondi alle infrastrutture, e questa sera, alle 20,30, il presidente Claudio De Albertis (nella foto) sarà in audizione alla Commissione Bilancio del Senato per una compiuta valutazione quantitativa e qualitativa del Ddl. Già ora siamo però in grado di anticipare il documento Ance con la "guida" alle misure fiscali, e alcune prime loro valutazioni.

Ecco così dirà l'Ance questa sera in audizione: «Mentre si apprezzano le misure fiscali introdotte per il settore produttivo (ammortamenti maggiorati, riduzione aliquota dell'Ires, detassazione dei premi di produttività e proroga della decontribuzione), manca, invece, l'uso della leva fiscale per il rilancio dell'attività immobiliare, che necessita, invece, di provvedimenti specifici per la fuoriuscita dalla grave crisi degli ultimi anni, quali quelli da noi proposti. Infatti, le misure di carattere generale, quali quelle introdotte nel DdL di Stabilità, pur apparendo valide per il rilancio dell'attività industriale in genere, da sempre non sono mai state sufficienti per il comparto, che ha avuto bisogno di un'attenzione particolare del Legislatore, tenuto conto della sua specificità».

Circa i bonus edilizi l'Ance continua a « invocare la definitiva stabilizzazione degli incentivi per il recupero e la riqualificazione energetica, nella misura potenziata, soprattutto per gli interventi più incisivi sotto il profilo statico ed energetico».
Circa Imu-Tasi l'Ance lamenta il fatto che ancora una volta si sia persa l'occasione per abolire del tutto il prelievo sulle case invendute dai costruttori: l'aver fissato nel DdL il tetto all'aliquota massima Tasi sui fabbricati invenduti (tra 1 e 2,5 per mille), «seppur valutato dall'Ance come un segno d'attenzione verso la tematica - spiegano i costruttori - non supera l'iniquità di un prelievo patrimoniale su beni destinati alla vendita, che dovrebbe essere del tutto eliminata».

Circa la tassazione sulla prima casa, l'Ance ritiene «indispensabile la razionalizzazione del prelievo locale sugli immobili (la futura "local tax"), obiettivo che ingiustificatamente continua ad essere rinviato dal Governo. Così come la riforma del catasto, che ad oggi ha subito uno stop a tempo indeterminato».
Sul punto, l'Ance da tempo chiede che, una volta per tutte, «sia introdotta un'imposta unica patrimoniale (Imu o Tasi), stabile quanto meno per tre anni ed integralmente destinata ai Comuni per il finanziamento dei servizi ("service tax"). Nel Ddl, invece, resta ancora la doppia imposizione Imu/Tasi, per gli immobili diversi dalla "prima casa", che, tra l'altro, complica anche la gestione amministrativa dell'immobile».

L'Ance si rammarica inoltre che non siano state prese in considerazione nessuna delle proposte per il rilancio del mercato immobiliare presentate a fine settembre insieme al presidente di Confindustria Giorgio Squinzi. «Si trattava di misure a impatto immediato - sostiene l'Ance - dirette a incentivare il mercato, indirizzando la domanda verso l'acquisto di abitazioni di nuova generazione».
In particolare, Ance e Confindustria hanno proposto l'introduzione di una detrazione pari al 50% dell'Iva pagata sugli acquisti di abitazioni nuove in classe energetica elevata (classe A e B), effettuati fino al 2018. E in più, per lo stesso acquirente, anche l'esenzione triennale dall'Imu, dalla Tasi o dalla futura "local tax".«Queste misure - spiega l'Ance - avrebbe il duplice vantaggio, da un lato, di favorire l'avvio di un concreto rinnovamento dello stock abitativo esistente, dall'altro, di correggere alcune evidenti sperequazioni, che finiscono per agevolare l'acquisto da privati di immobili usati ed energivori, perché fiscalmente più conveniente rispetto all'acquisto di un'abitazione "green" da un'impresa».
Se poi l'impresa venditrice - proseguiva il pacchetto di proposte - si rendesse disponibile ad acquistare in permuta l'abitazione usata del compratore, dovrebbe essere a questa garantito un regime di tassazione agevolata, con applicazione, all'atto d'acquisto, delle imposte in misura fissa.
L'Ance vorrebbe poi che si stimolasse il "Rent to buy": «Per alcune di queste formule contrattuali - spiegano - che stanno suscitando sempre maggior interesse, l'unico vero ostacolo è rappresentato dalla tassazione. L'acquirente, infatti, già al momento della firma del contratto, è costretto ad anticipare tutte le imposte dovute sul trasferimento della proprietà, che però giuridicamente avverrà solo dopo diversi anni. Sarebbe, quindi, equo posticipare il pagamento delle tasse solo al momento del vero trasferimento di proprietà.»

Ance: guida alle misure fiscali per immobili, imprese, edilizia

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