Urbanistica

Materiali, un prodotto Saint-Gobain su 4 ha meno di 5 anni di vita

«Se è vero che il segreto della fabbricazione degli specchi è stato appreso dai maestri muranesi, è anche vero che di lì a poco abbiamo inventato il procedimento a colata per fare vetri più grandi». Pierre-André de Chalendar, ceo e presidente di Saint-Gobain, racconta così come la vocazione all'innovazione del gruppo affondi le radici nella sua storia. Che ebbe appunto inizio 350 anni fa, quando Jean-Baptiste Colbert, ministro delle finanze di Luigi XIV creò la La Manufacture royale de glaces de miroirs che ha dato vita alla celebre Galleria degli specchi della reggia di Versailles.

«L'innovazione è il cuore della nostra strategia, che punta a offrire il maggior comfort abitativo possibile minimizzando l'impatto sull'ambiente», sottolinea de Chalendar, che incontriamo al dodicesimo piano della sede della società – ça va sans dire, di vetro – nel cuore del quartiere parigino de La Defense. «Un quarto dei nostri prodotti – continua – sono stati sviluppati meno di 5 anni fa. E oggi innovare è più difficile perché è tutto più veloce. Dobbiamo vincere anche la sfida digitale attraverso una maggior cura della comunicazione al consumatore, che è sempre più informato, e sfruttando strumenti dalle alte potenzialità come la progettazione Bim».

All'insegna dell'innovazione e della sostenibilità è Future Sensation, la mostra che celebra i tre secoli e mezzo di vita del gruppo attraverso quattro padiglioni: Listen (comfort acustico), Create (visone del futuro); Look e Color (lavorazione di vetro e specchi). Dopo aver fatto tappa a Shanghai, San Paolo e Philadelphia sono ora in Place de la Concorde a Parigi. Affiancati da un quinto elemento espositivo che snocciola in alcuni dati la mission aziendale: Saint Gobain è presente in 66 Paesi, conta 180mila dipendenti per un fatturato di 41 miliardi, per la maggior parte collegabile all’edilizia. È tra le aziende più innovative al mondo, secondo la classifica Top 100 Global Innovators Thomson Reuters: nel 2014 ha investito 400 milioni in R&S e depositato 350 brevetti.

Duecento sono i milioni – comunicano dalla società– investiti in Italia negli ultimi 5 anni, dal rilancio del polo di Pisa ( 90 milioni) all'Habitat Lab, l'edificio laboratorio aperto nel 2012 a Milano, fino al rafforzamento degli stabilimenti Gyproc e Weber a Montiglio Monferrato (Cn) e quello di Isover in provincia di Bergamo. «Dalla Francia guardano con interesse ai segnali positivi che vengono dal nostro Paese, dall'immobiliare e dall'auto – commenta Gianni Scotti, delegato generale per l'Italia –. Nel caso del rilancio di Pisa eravamo nel momento più nero della crisi, quando il nostro mercato di riferimento stava scomparendo. Altre logiche, tenute giustamente presenti all'interno del gruppo, ci avrebbero fatto chiudere. Ma ora i primi segnali positivi stanno arrivando anche dal punto dei ritorni».

Fondamentale per l'offerta di Saint-Gobain è lo sviluppo del mercato delle riqualificazioni. «Va premesso – aggiunge Scotti – che non è vero che in Italia siamo messi peggio di molti altri Paesi, ma è vero che le abitazioni valgono il 40% del consumo energetico nazionale e che con operazioni di deep retrofit si possono ottenere risparmi fino all'80% della bolletta con investimenti che oggi si ripagano tra i 5 e i 10 anni. Uno sforzo maggiore su questo fronte potrebbe aiutare a risollevare l'edilizia. Il Governo con l'aumento e la proroga degli incentivi sembra essersene accorto, ma ci sono ancora dei punti deboli. I bonus dovrebbero essere più correlati al reale risparmio energetico ottenuto e il rimborso in dieci anni è una durata troppo lunga, soprattutto se i proprietari sono anziani». Scotti guarda poi con fiducia ad azioni come il Piano scuola: «Basti pensare all'importanza di un vetro che sia ingrado di non disperdere il calore e allo stesso tempo non sia tagliente in caso di rottura».

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