Il CommentoUrbanistica

Contributi, il taglio lineare conferma la penalizzazione dell'edilizia

di Massimo Frontera

Senza dubbio pagare il 10% di contributi in meno sui contributi per la Cig ordinaria è senza dubbio uno sgravio notevole per le imprese di costruzione che - come noto - paga significativamente di più delle altre categorie industriali: 5,20% contro l'1,70.

Tuttavia si deve rilevare che il governo - nel concedere questo taglio lineare, trasversale a tutte le categorie - ha perso una importante occasione per rendere più equo ed equilibrato il sistema degli oneri sociali dell'edilizia rispetto al resto dell'industria. Si è deciso di non decidere - insomma - in un momento drammatico per le imprese, falcidiate dalla crisi. Peraltro, se è vero che - come sostiene da tempo l'Ance, e come ha avuto modo di ricordare il vicepresidente vicario dell'Ance, Gabriele Buia - il settore delle costruzioni ha accumulato nel tempo qualcosa come 4 miliardi di euro di avanzo contributivo - è il segno che forse si poteva fare di più per mettere in relazione le masse in entrata con quelle in uscita.

Ma tra le novità dei decreti c'è anche un paradosso che potrebbe produrre tradursi, per le imprese edili in difficoltà, in una vera beffa. Come è noto, infatti, nel nuovo sistema entra in scena il cosiddetto "bonus malus" che prevede una quota aggiuntiva di contribuzione per le imprese che chiedono il ricorso alla Cig ordinaria. Bene. Questo significa che l'impresa sana - e fortunata, perché lavora - pagherà la nuova aliquota del 4,70% mentre l'impresa che è in difficoltà, e che è pertanto nella necessità di fare ricorso alla Cig dovrà pagare un onere aggiuntivo. Forse si poteva fare di più per il mattone.