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Museo dell'Ebraismo e della Shoah a Ferrara, conto alla rovescia per il cantiere del primo "libro" della Torah

di Massimo Frontera

Dopo i restauri e le riqualificazioni delle strutture esistenti, per il Meis di Ferrara - Museo dell'Ebraismo e della Shoah - sta per arrivare il momento del vero cambio di marcia. Il momento cioè in cui inizierà a prendere corpo il nuovo progetto contemporaneo di nuova edificazione immaginato da Scape e Studio Arco nel concorso vinto nell'ormai lontano 2011. Invitalia ha infatti aggiudicato l'appalto di lavori - sul progetto esecutivo di Scape-Arco - del secondo lotto - edificio "D". Si tratta dell'edificio che si affaccia su via Rampari destinato a diventare il principale accesso alla struttura. Più precisamente l'appalto è stato aggiudicato all'impresa Frimat Spa (impresa veneta ma con sede legale a Roma) con un ribasso del 22,6% rispetto alla base d'asta di circa 7,6 milioni di euro. L'appalto è stato aggiudicato in base al criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa. Frimat si è avvalsa di Ati Project , che nella fase di offerta ha curato il miglioramento tecnico del progetto. Frimat ha ottenuto il punteggio più alto sia nell'offerta economica, sia nell'offerta tecnica.

Il Meis sta avanzando per fasi. Negli scorsi anni sono stati recuperati i due corpi storici che - su indicazione della direzione regionale dei Beni Culturali dell'Emilia Romagna e Soprintendenza per i beni architettonici di Ravenna - è stato deciso di salvaguardare e inglobare nel futuro complesso museale. È stata restaurata l'ex Palazzina di Comando su Via Piangipane, che è l'attuale entrata del Museo (in attesa del nuovo edificio su via Rampari, appena appaltato). Poi è stato riqualificato il più ampio edificio storico dell'ex carcere.
Il progetto prevede poi la realizzazione di altri quattro corpi edilizi che, insieme all'edificio D, simboleggia i cinque libri della Torah. L'intero progetto ha un costo di oltre 31 milioni di euro. Sulle prossime fasi della realizzazione c'è però preoccupazione, da parte della Fondazione Meis, dopo la scoperta, fatta all'inizio di quest'anno, del quasi totale definanziamento del progetto, dopo che il ministero ha tagliato ben 24,5 milioni di euro.

«I soldi per l'ultimo lotto del Museo della Shoah di Ferrara non sono andati persi», ha assicurato lo scorso 27 febbraio il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli in risposta all'allarme e alle proteste degli interessati. «La decisione di rinviare il bando per l'ultimo lotto del museo è stata presa perché solo ora si stanno aprendo i cantieri per il secondo lotto e sarebbe stato impossibile mettere a gara anche il terzo e aprirlo prima del 2021. In quella data, infatti, scadono i finanziamenti che ci provengono dal Fondo per le Politiche di Sviluppo e Coesione, e dunque i soldi sarebbero stati persi». «C'è stato un grave ritardo per la complessità di intervento per i lavori del secondo lotto - ha ammesso il ministro - il cui iter progettuale è stato molto più lungo di quanto immaginato quando il museo della Shoah fu programmato. Ma rassicuro tutti: i soldi ci sono e quando il museo avrà la sostenibilità per l'apertura di un nuovo cantiere saranno spesi».
Il progetto esecutivo andato in gara e aggiudicato a Frimat è firmato dal raggruppamento guidato da Studio Arco di Bologna con lo studio romano Scape (cui è stata affidata la direzione artistica) e con la consulenza di Michael Gruber, Kulapat Yantrasast e Stefano Massarenti.

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