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Banda ultralarga, a ottobre la scadenza della gara per le aree bianche

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di Andrea Biondi

Ottobre sarà un mese clou per il programma del Governo sulla banda ultralarga (connessioni con velocità di download superiori a 30 Mbps). È fissata al 17 ottobre infatti la deadline per consegnare le offerte per aggiudicarsi costruzione, manutenzione e gestione ventennale della rete a banda ultralarga nelle aree bianche (a fallimento di mercato) di Abruzzo e Molise, Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana, Veneto (1,4 miliardi di euro i fondi pubblici a disposizione).

Il 30 settembre alle 13 è invece fissato il termine per qualificarsi ed essere ammessi a presentare successivamente le offerte per altre 11 regioni: Piemonte, Valle D'Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia e la Provincia autonoma di Trento, dopo la firma degli accordi di Programma e delle convenzioni operative tra il Mise e le Regioni interessate. Per questo secondo novero di regioni la dote a disposizione è di 1,2 miliardi di euro.

All’appello, mancano ancora Puglia, Calabria e Sardegna, alle quali sarà riservato un successivo bando ad hoc. E a quanto risulta al Sole 24 Ore anche in questo caso l’avviso dovrebbe vedere la luce nel mese di ottobre.

Si avvicina dunque la chiusura del cerchio su un’operazione che ha avuto una gestazione lunga – a marzo il premier Matteo Renzi ha presentato a Palazzo Chigi il Piano del Goveno per dotare l’Italia di un’infrastruttura a banda ultralarga degna di questo nome – ma ora arrivata a una fase cruciale in cui i giocatori sono schierati: da una parte c’è l’asse Telecom-Fastweb, dall’altro quello Enel-Metroweb con l’ausilio di Vodafone e Wind che hanno assicurato la propria base di clienti (5 milioni totali nel fisso). Fra i prequalificati del primo bando ci sono anche Estra Spa e un raggruppamento temporaneo di imprese fra Retelit, Eolo ed Eds. Il bando, del 3 giugno scorso, ha anticipato di qualche giorno l’ok della Ue con la commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager, che ha dato il suo ok a un piano – che complessivamente ammonta a circa quattro miliardi di euro – non si configura come un aiuto di Stato.

Per quanto riguarda le prime 6 regioni, in cui si è andati oltre la fase di prequalifica, si conoscono ora nel dettaglio obiettivi e richieste che porteranno alla scelta dinale di chi dovrà realizzare la rete che rimarrà di proprietà pubblica (a gestire la partita è Infratel, società in house del ministero per lo Sviluppo economico) ma che potrà essere gestita per venti anni. Come anticipato dal Sole 24 Ore dell’11 agosto, la rete da realizzare dovrà dunque garantire nelle aree del cluster C almeno il 70% delle unità immobiliari con connessione superiore a 100 Mbps in download e almeno 50 Mbps in upload. Per le rimanenti la connessione dovrà essere di almeno 30 Mbps in download e 15 Mbps in upstream. Nelle aree bianche nel cluster D (quello messo peggio) la base richiesta è di 30 Mbps per tutti in download e 15 in upload. Sull’offerta economica e sul tempo di realizzazione si giocano 30 punti per la valutazione, mentre al merito tecnico si attribuiscono 70 punti. Infratel e Mise stanno lavorando per poter far partire i cantieri già a novembre.

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