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Porto di Livorno, project financing da 500 milioni per realizzare la Piattaforma Europa

di Silvia Pieraccini

Parte il project financing da 500 milioni per la progettazione, costruzione e gestione della prima fase della Piattaforma Europa di Livorno, cioè il maxi ampliamento a mare del porto commerciale destinato a dare impulso ai traffici (potrà accogliere navi di ultima generazione grazie a fondali profondi 16 metri) e dunque all'economia della cittadina toscana investita da una crisi pesante.

Il bando per la concessione di costruzione e gestione, ai sensi dell'art. 153, commi 1-14, del D.Lgs. 163/2006 (pubblicato dall'Autorità portuale il 14 gennaio sul supplemento della Gazzetta ufficiale europea, atteso per il 20 gennaio sulla Gazzetta italiana) rappresenta uno dei più grandi investimenti portuali degli ultimi 50 anni e, soprattutto, il primo in Italia che punta a realizzare un porto commerciale con soldi prevalentemente privati. Nei prossimi giorni sarà seguito da un altro esempio: il bando, sempre in project financing e sempre da 500 milioni, per la realizzazione della Piattaforma Lazio al porto di Civitavecchia.

A Livorno l'importo complessivo stimato della concessione è di 504,46 milioni di euro, di cui 3,085 milioni di oneri per la sicurezza. La progettazione definitiva e esecutiva vale 13,5 milioni, la progettazione definitiva 5,7 milioni, quella esecutiva 4,6 milioni; lo studio di impatto ambientale 645mila euro; i rilievi geognostici e ambientali 2,5 milioni di euro, di cui 25mila euro di oneri per la sicurezza. L'importo complessivo dei lavori di costruzione del terminal ammonta a 305,9 milioni, di cui 3,060 milioni di oneri per la sicurezza; l'investimento stimato per l'allestimento del terminal con l'acquisizione delle attrezzature di piazzale e di banchina da parte del concessionario vale 185 milioni; il valore annuo della gestione del terminal per lo svolgimento delle operazioni portuali è stimato in 13 milioni di euro per l'anno 2022, fino a raggiungere la cifra a regime di 176,4 milioni nel 2027.

Progettazione definitiva e esecutiva riguardano tutte le opere della prima fase della Piattaforma Europa, comprensiva del terminal per contenitori e di tutte le opere connesse, mentre la realizzazione è stata suddivisa in due parti: solo una rientra in questo bando (costruzione del terminal, delle banchine nord e ovest, dragaggi, demolizioni e salpamenti, colmate e piazzali, pavimentazione piazzale del terminal, scalo ferroviario e fasci binari del terminal, impianti idrico e antincendio del terminal, impianto di raccolta delle acque meteoriche e di trattamento delle acque di prima pioggia del terminal, impianto elettrico di alimentazione delle gru di banchina e di piazzale e impianto di illuminazione del terminal); mentre la seconda parte dei lavori verrà affidata mediante appalto pubblico, quando arriveranno altri fondi (il Governo aveva promesso 50 milioni, la Regione punta ad avere fondi europei).

Per adesso infatti, sulla base di quanto indicato dal bando, Autorità portuale e Regione Toscana metteranno 177 milioni, mentre il 65% circa dei 504 milioni stimati - cioè 326 milioni - dovrà essere finanziato dai privati, che in cambio avranno la gestione del nuovo terminal per 50 anni.

Il termine per la presentazione delle domande è il 22 marzo 2016. Il bando di project sarà assegnato con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa: il punteggio massimo, attribuito da una commissione, sarà di 100 punti, di cui 65 per gli elementi qualitativi e 35 per gli elementi quantitativi. Per la partecipazione sono richiesti requisiti economico-finanziari tra cui un fatturato medio annuo, relativo alle attività svolte negli ultimi cinque anni, non inferiore a 50,446 milioni di euro, pari al 10% del valore dell'investimento previsto, e un capitale sociale di 25 milioni.

Regione Toscana e Autorità portuale sono volati a Bruxelles nei mesi scorsi per cercare investitori e consenso europeo, nella speranza di ottenere dall'Ue altri fondi pubblici per finanziare la maxi opera. Ma trovare gli investitori – in un Paese che finora ha sempre realizzato porti commerciali con soldi pubblici – non sarà una passeggiata, anche se la strada del coinvolgimento dei privati, come ha sottolineato più volte il commissario straordinario dell'Autorità portuale di Livorno, Giuliano Gallanti, è quella sollecitata dal Piano nazionale trasporti. Per adesso hanno mostrato interesse al bando investitori europei e arabi, "curati" dall'advisor Ocean Shipping consultants.

Per il presidente toscano Enrico Rossi il progetto «è un obiettivo irrinunciabile per dare un futuro alla città», provata da una crisi economica senza precedenti. Ed è proprio la crisi livornese che nel marzo scorso ha spinto il Consiglio regionale ad approvare il nuovo piano regolatore del porto di Livorno rimasto arenato per anni, che va a sostituire quello datato 1953 e che sblocca, appunto, gli investimenti infrastrutturali.

Il bando per il porto di Livorno

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