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Manovra/2. Siccità, D'Angelis: fondi a 84 opere per 500 milioni di euro

di Giuseppe Latour

Un piano invasi, con un primo stralcio da mezzo miliardo di euro, che consentirà di migliorare la gestione delle risorse idriche nei periodi di scarse precipitazioni, accumulandole quando, invece, le piogge sono abbondanti. La messa in sicurezza del territorio passerà anche da questo nuovo fronte, destinato a entrare nella manovra, secondo quando annunciato dal capo dell'Unità di missione Italia Sicura, Erasmo D'Angelis nel corso dell'incontro organizzato ieri dall'Anbi, l'associazione dei consorzi di bonifica, per fare il punto sullo stato di attuazione del piano nazionale per la manutenzione del territorio.

L'Anbi questa volta si è soffermata sulla questione delle opere idriche incompiute. Sottolineando che attualmente ce ne sono 31 tra dighe, impianti di irrigazione e adduttori in tutto il paese. L'area con più opere in sospeso è la Calabria, con sette infrastrutture già finanziate per 220,6 milioni di euro. Subito dietro c'è la Sicilia, che ha ferme quattro opere, con poco meno di 120 milioni già investiti. In totale, comunque, ci sono 537 milioni di finanziamenti utilizzati ma rimasti a metà strada. Per chiudere il percorso di questi investimenti ne servirebbero altri 620.
Alcuni esempi rendono l'idea della quantità di investimenti fermi. C'è la diga sul Melito, in Calabria: interessa 55 Comuni e circa 500mila abitanti. I lavori, iniziati negli anni Novanta, ad oggi sono fermi al 10 per cento: a bloccarli è un contenzioso con l'impresa appaltatrice. In Sicilia c'è la diga di Pietrarossa, che interessa le province di Catania, Siracusa ed Enna. In questo caso manca l'ultimo miglio, perché i lavori sono completi al 95 per cento: per completare l'opera servirebbero solo 60 milioni di euro. Ancora, c'è la rete irrigua Alento-Campania: i suoi lavori sono stati sospesi nel 2011.
E non è il solo intervento necessario, secondo l'associazione.

L'Anbi ha anche proposto il varo di un piano per i piccoli e medi invasi da 20 miliardi di euro di investimenti in vent'anni per un totale di 2mila interventi, 400 dei quali già con progetti esecutivi. Si tratta di un piano che potrebbe essere anticipato da un primo stralcio, da 84 progetti con un valore totale di 500 milioni di euro. Un pacchetto che, per Erasmo D'Angelis, andrà già nella prossima manovra: «Con la legge di Bilancio 2018 avremo la partenza del piano dei piccoli e medi invasi, per immagazzinare l'acqua piovana. Attualmente catturiamo circa l'11% della pioggia che cade del nostro paese. Potremmo migliorare molto dotandoci di questi invasi, affrontando così in maniera più efficace le stagioni con meno precipitazioni». In questo modo, si eviterebbero casi come quello della recente emergenza romana.

Tra i temi che restano ancora aperti c'è quello della progettazione, come ha sottolineato il direttore di Italia Sicura, Mauro Grassi: «La questione della progettazione è talmente sentita che oggi in Italia esistono cinque o sei fondi nazionali, previsti da diverse norme. Tra questi c'è il nostro fondo progettazione da 100 milioni di euro. Ma mi chiedo se non sia il caso di tornare a un fondo unico». Solo in questo modo si potrebbe imprimere davvero una spinta alla preparazione degli elaborati che, comunque, per Grassi dovranno passare sempre dalle gare: «Lo impone il Codice appalti. Le progettazioni vanno affidate ai professionisti, per consolidare la creazione di un nuovo mercato».

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