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Sicurezza ferroviaria, anche i 1.600 km di binari «isolati» sotto la competenza dell'Agenzia nazionale

di G:La.

Altri 1.600 chilometri di rete sui quali fare investimenti e opere di adeguamento. È questo il senso della novità che il ministero delle Infrastrutture ha proposto di inserire nella manovra in arrivo nei prossimi giorni: allargare le competenze dell'Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria anche alle linee isolate. Si tratta di 28 linee, strategiche per il trasporto pubblico locale, scollegate dalla rete ferroviaria nazionale. Che comprendono tratte trafficatissime, come la Roma-Lido di Ostia e la Roma-Viterbo. O come le ferrovie vesuviane e le flegree in Campania. Scontano un grande gap di investimenti che, dopo questa decisione, sarà possibile recuperare.

In Italia ci sono complessivamente 28 linee isolate dalla rete ferroviaria nazionale. Di queste, sette sono a scartamento normale (quindi, teoricamente compatibili con gli standard della rete nazionale) e le rimanenti ventuno a scartamento ridotto. Complessivamente, coprono una lunghezza di 1.654 chilometri. Poco più di mille chilometri svolgono servizio di Tpl e circa 450 servizio turistico. Sul resto dei binari (180 chilometri) la circolazione è sospesa. La gran parte di queste linee è a binario singolo (1.500 chilometri), il resto è a binario doppio. La velocità media di circolazione è di 63 chilometri orari, con minimi di 15 chilometri orari e punte di 100.

Al momento, queste linee sono le uniche ad essere escluse dalla competenza dell'Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria. E questo comporta un monitoraggio meno stringente dei loro standard di sicurezza. Il Mit, allora, ha annunciato che tra le sue proposte per la prossima legge di bilancio «è stata inserita una norma per estendere le competenze dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie anche alle ferrovie isolate con specifici criteri attuativi».

L'impatto, in termini di investimenti, potrebbe essere notevole, come è già avvenuto per le altre ferrovie regionali, quelle interconnesse alla rete nazionale. Secondo le stime delle Regioni, infatti, per il loro adeguamento agli standard di sicurezza della rete Rfi sono necessari più di 300 milioni in Sardegna, 112 milioni in Campania e 105 milioni nel Lazio. Ma ci sono anche Calabria (84 milioni), Basilicata (38 milioni) e Piemonte (35 milioni). Il fabbisogno totale stimato per mettere in sicurezza ponti e gallerie, adeguare gli impianti e le stazioni è di poco superiore agli 800 milioni di euro.

Una parte di questi investimenti è stata già programmata dal ministero delle Infrastrutture. Nel Dpcm investimenti, che attribuisce circa 21 miliardi al Mit, sono stati, infatti, accantonati 398 milioni di euro da dedicare proprio a questi binari. Perché si traducano in cantieri è necessario un decreto ministeriale che dovrà stabilire il riparto delle risorse e, subito dopo, la sottoscrizione di una serie di convenzioni con le Regioni. Secondo i piani del ministero, questo processo potrebbe essere completato per la fine dell'anno.

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