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Riforma Via/2. Zanchini (Legambiente): «Esame anticipato e aperto, una svolta»

di A.A.

L'accoppiata tra dibattito pubblico e procedura Via anticipata sul progetto di fattibilità è una rivoluzione, positiva. Bene anche la procedura unica e la verifica di assoggettabilità. Ora però bisogna fare presto i decreti attuativi e far funzionare la riforma».

Edoardo Zanchini, vice-presidente di Legambiente, ci aiuta a comprendere le novità della riforma della Via.

Cosa non ha funzionato nella "vecchia" Via?
Non tanto i tempi, di cui pure si parla tanto, quanto l'incapacità della Via italiana di fare quello che le è proprio in base alle direttive, e cioè convolgere i cittadini ed effettuare un esame ambientale, tecnico, cose entrambe non possibili perché la procedura avveniva tardi, su progetti di fatto non modificabili. O meglio: il paradosso era che per le opere in legge obiettivo la Via si faceva troppo presto, sul progetto preliminare, e sulle opere ordinarie troppo tardi, sul definitivo.

Dunque ora cosa cambia?
La vera novità della riforma è lo spostamento dell'esame sul "progetto di fattibilità", abbinata alla novità del debat public, in attuazione del Codice appalti. Dalle bozze del Mit su livelli di progettazione e debat public emerge che nella prima fase si svolgerebbe il debat public, una fase aperta, su varie opzioni dell'opera, mentre la Via si svolge nella fase due, una volta scelta l'opzione, sul progetto tecnico. Il dibattito pubblico e l'esame Via anticipato sono una vera rivoluzione, anche per noi ambientalisti. Una discussione più aperta e una decisione anticipata, seguita poi dalla verifica di ottemperanza sul defiitivo.

E la procedura unica?
Bene anche questa innovazione. Bisognerà vedere se le diverse Pa coinvolte riusciranno davvero a dialogare. In generale, il Dlgs Via aveva alcuni difetti nel testo iniziale, che sono poi stati corretti, dunque la versione finale ci convince. Tuttavia funzionerà ad alcune condizioni: l'approvazione rapida dei decreti attuativi da parte dell'Ambiente (tra cui quello sullo studio di impatto), i decreti Mit su debat public e livelli di progettazione, il rinnovo della Commissione. Bisognerebbe poi anche superare la vecchia abitudine di fare la Via su "pezzetti" di opere, cosa che sarebbe vietata dalla direttiva e non consente una valutazione complessiva.

Circa l'oggetto della Via statale e la verifica di assoggettabilità?
La questione dell'air gun è stata risolta, e ci convince la semplificazione del revamping dell'eolico, che è una cosa da fare prima possibile.

Circa i tempi?
I rallentamenti dipendevano soprattutto dalla scarsa qualità dei progetti, e dunque dalla necessità di chiedere integrazioni documentali. A volte anche dalla carenza di personale nella commissione Via, bene dunque il nuovo Comitato tecnico istruttorio.

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