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G7 Trasporti, Delrio: ora investire sull'intermodalità tra gomma e treno

di Giuseppe Latour

L'Italia porterà sul tavolo del G7 trasporti il tema dell'intermodalità, l'integrazione tra diversi mezzi, come la gomma e il treno. Ieri mattina a Roma il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio ha chiuso i lavori di una mattinata, organizzata in collaborazione con Aiscat, Uirnet e Tir, che ha riunito tutti i principali operatori della logistica nel nostro paese, in previsione dell'appuntamento in programma a Cagliari il 21 e 22 giugno. Questa tappa di avvicinamento ha sottolineato l'importanza dell'innovazione e della digitalizzazione nel settore che, secondo uno studio realizzato da Ambrosetti e Uirnet, potrebbe valere un recupero di efficienza pari a dieci miliardi di euro.

«Se non imbocchiamo la strada della sostenibilità – ha spiegato il ministro - non c'è futuro per il sistema economico italiano, perché il mondo va in questa direzione». Quindi, anche il settore dei trasporti deve regolarsi di conseguenza, perché «è il mercato che ci impone di seguire con decisione questa strada e per questo dobbiamo farci trovare preparati, bisogna che le politiche di sostenibilità diventino sempre più realtà». Anche se resta un problema, legato al dumping sociale. «Non ci possono essere ulteriori liberalizzazioni, se non c'è controllo ed equità sociale», ha detto ancora Delrio.

In vista del G7 l'attenzione dell'Italia sarà molto puntata sull'intermodalità, perché «l'Italia ha dentro la sua storia di eccellenze certamente il tema dell'alta velocità non il tema della logistica e dell'intermodalità, due questioni decisive, che rappresentano un altro elemento che vorrei porre sul piatto». In altre parole, per il ministro il modello di crescita dei trasporti deve essere finalmente condiviso tra le diverse componenti della filiera, come la gomma o il ferro.

Un esempio di come la logistica possa raggiungere una maggiore efficienza arriva dall'analisi effettuata da Ambrosetti e Uirnet. Lo studio scatta, anzitutto, la fotografia di un settore che vale oltre 110 miliardi di euro e dà lavoro a oltre 1,1 milioni di occupati. Ma si tratta anche di un settore caratterizzato da grandi inefficienze e colli di bottiglia che ne frenano lo sviluppo. L'idea, allora, è di andare a verificare quali sono i miglioramenti che è possibile conseguire solo con la digitalizzazione, senza modificare le condizioni infrastrutturali in maniera sostanziale.

Al momento, le inefficienze del settore sono comprese tra i 25 e i 35 miliardi di euro. E sono concentrate soprattutto concentrate sul trasporto via mare, i cui costi evitabili sono compresi in una forbice tra i 15 e i 21 miliardi: rispetto ai principali benchmark internazionali accusiamo ritardi troppo rilevanti. La gomma è l'altro grande malato del paese: questa modalità di trasporto sconta ore perse di attesa che costano tra 8 e 11 miliardi di euro.

L'analisi, allora, misura quanto sarebbe possibile recuperare tramite il pieno funzionamento della piattaforma logistica nazionale, lo strumento di digitalizzazione dei transiti di merci attraverso gli snodi fondamentali del nostro paese, attualmente in fase di sviluppo. I numeri sono impressionanti. Solo il trasporto via mare potrebbe recuperare tra i 4,5 e i 6,5 miliardi di euro, circa il 30% delle proprie inefficienze. Il trasporto su gomma potrebbe mettere insieme fino a 3 miliardi. Mentre dal trasporto su ferro delle merci potrebbe arrivare una quota minore, tra i 300 e i 400 milioni.

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