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Servizio idrico/3. Con «l'economia circolare idrica» depurazione non solo costo, ma fonte di risorse

di A.A.

Le acque reflue depurate come risorsa per l'irrigazione ma anche per la produzione di energia (con i fanghi di depurazione). È la sfida lanciata dall'Onu e dall'Unione europea nella giornata mondiale dell'acqua. E condivisa dagli operatori industriali italiani del settore idrico (pubblici e privati) riuniti in Utilitalia.
Circa l'80% delle acque reflue (civili e industriali), a livello mondiale, è scaricato nell'ambiente (fiumi, laghi, mare) senza trattamento di depurazione. Un dato drammatico, comunicato oggi, nella giornata mondiale dell'acqua, dall'Onu nel suo rapporto 2017 del World water assesment programme (Wwap). La percentuale di acque non depurate scende al 30% nei paesi avanzati, ma sale fino al 92% nei paesi più poveri. In Italia la quota non depurata è del 21,5% (dati Blue Book Utilitalia), di cui il 5% al Nord, il 18,9% al Centro e il 31,4% al Sud.

Un nuovo obiettivo
Ma la vera novità del Rapporto del Wwap (ONU) è il messaggio che depurare le acque, oltre che un costo, necessario per evitare inquinamento, malattie tropicali, mari non balneabili, può essere anche una risorsa. L'innovazione tecnologica sta cioè permettendo sempre di più il riutilizzo delle acque reflue depurate, per l'irrigazione in primo luogo, ma anche per l'industria o come acqua di scarico; e l'utilizzo dei fanghi di depurazione come materia prima per la produzione di energia, o di prodotti in plastica, o anche come fertilizzanti e biocombustibili. L'Onu spinge in questa direzione, per ridurre lo spreco di risorse idriche "vergini" e per rendere più economicamente sostenibile gli investimenti nella depurazione. Il rapporto Wwap sollecita la diffusione di conoscenze tecnologiche, lo sviluppo di normative che facilitino il riuso (non sempre è così, neppure in Italia), e finanziamenti agevolati che aiutino gli investimenti.

La Commissione Ue
Anche la Commisione europea, nel "manifesto" emanato in occasione della giornata dell'acqua, sostiene l'economia circolare dell'acqua. «Riutilizzare l'acqua dopo un apposito trattamento - si legge - allunga il suo ciclo di vita consentendo così la conservazione delle risorse idriche». Ogni anno in Europa sono trattati (depurati) più di 40mila milioni di m3 di acque reflue, ma solo circa mille milioni (il 2,5%) sono riusati. «Il potenziale di aumento è enorme - scrive la UE - ma c'è una scarsa consapevolezza dei benefici del riuso idrico e l'Europa non ha un quadro di sostegno che ne incoraggi lo sviluppo. Con migliori incentivi regolamentari e finanziari l'Europa potrebbe riusare più di 6.000 milioni di m3 d'acqua entro il 2025». «L'Italia - aggiunge la Commissione, è uno dei paesi membri con il più alto potenziale di riuso idrico».

Utilitalia
Le innovazioni verso l'economia circolare dell'acqua sono fortemente sostenuti dalle società industriali italiane del settore idrico (pubbliche e private), riunite in Utilitalia. «Abbiamo realizzato un censimento su 174 gestori di servizi pubblici - spiega il presidente Giovanni Valotti - e da questo emerge che una buona parte dei progetti di innovazione tecnologica e degli investimenti dei gestori idrici sta andando proprio nella direzione della depurazione e con soluzioni tecnologiche impensabili fino a qualche anno fa». «In Italia - aggiunge Valotti - a differenza di altri paesi UE, la legge che consente il riuso idrico è differente da Regione a Regione, con gravi implicazioni dal punto di vista della logistica e del processo industriale. Ma vediamo con favore la spinta che sta dando l'Unione europea verso il riuso delle acque reflue e dei fanghi».

Il report sull'acqua dell'Onu (Wwap)

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