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Logistica, con la cura del ferro meno Tir su strada e più merci sui treni

di Marco Morino

Trasferire le merci dalla strada alla ferrovia. Quindi, meno Tir in circolazione su strade e autostrade e più treni merci lungo i binari. Il governo ha chiaramente indicato il proprio indirizzo strategico orientato a colmare il ritardo del trasporto ferroviario di merci rispetto a quello stradale. In linea con l’obiettivo dell’Unione europea di trasferire, entro il 2030, il 30% del traffico merci dalla gomma alla rotaia e il 50% entro il 2050. L’attivazione commerciale del nuovo tunnel ferroviario del Gottardo lungo il Corridoio Genova-Rotterdam dovrebbe, in prospettiva, favorire il riequilibrio tra le due modalità di trasporto.

Considerando che oggi le merci che viaggiano in treno sono il 9% circa del totale, si comprende quanto sia impegnativa questa sfida. Ma è giusto giocare la partita fino in fondo, facendo in modo che sulle percorrenze medio-lunghe il treno sia più competitivo dei Tir, ben sapendo che sulle distanze corte (sotto i 150 chilometri) il treno non ha molte possibilità di spuntarla rispetto alla strada.

In sintesi: la cura del ferro è quella che il ministro medico, Graziano Delrio, intende somministrare al debilitato sistema del cargo ferroviario per riportarlo in piena salute. Il gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, che lunedì 20 febbraio, alla stazione Centrale di Milano, presenterà al mercato il nuovo polo Mercitalia è pronto a rilanciare in grande stile il business del trasporto merci. Mercitalia, società guidata dall’ad Marco Gosso, ha ottenuto dal suo azionista importanti risorse finanziarie da investire: oltre 1,5 miliardi nei prossimi 10 anni. Circa un miliardo di euro saranno investiti per ammodernare il parco locomotori e carri. È la prima volta nella storia del gruppo Fs Italiane che vengono allocate così tante risorse al settore merci.

Anche gli operatori della logistica sono pronti a scommettere sulla crescita di questo business. Il caso più interessante è quello di Interporto servizi cargo (Isc), un’impresa ferroviaria interamente di proprietà dell’Interporto Campano (Nola) che opera nel settore del trasporto intermodale strada-rotaia. Il progetto di Giuseppe Sciarrone, amministratore delegato della società campana, è ambizioso: sfruttare la rete ad Alta velocità, attualmente percorsa dai soli treni passeggeri, anche per i treni merci. Nel novembre del 2015, Interporto servizi cargo presentò la prima richiesta ufficiale al gestore dell’infrastruttura, cioè Rfi, per utilizzare le linee alta capacità (Av/Ac). Il 14 luglio 2016, Rfi e Isc hanno avviato il tavolo tecnico per la stipula dell’accordo quadro. L’obiettivo è attivare il servizio entro il luglio del 2018. Il servizio è stato studiato per collegare con una serie di treni giornalieri tre terminal merci del Nord Italia (Verona-Quadrante Europa, Busto Arsizio e Milano) con due terminal nel Centro e Sud Italia (Pomezia e Nola).

«La cura del ferro sta facendo effetto ma il paziente (cargo ferroviario italiano) non è ancora del tutto guarito». Giancarlo Laguzzi, presidente di FerCargo, sfrutta la metafora “medica” per indirizzare al Parlamento alcuni messaggi. FerCargo è l’associazione delle imprese ferroviarie private italiane, indipendenti da Trenitalia, che operano nel settore del trasporto merci. A FerCargo fa capo circa il 45% del mercato nazionale. Per un concreto rilancio del cargo ferroviario, Laguzzi chiede al legislatore di concentrarsi sui seguenti aspetti: sostegno alla formazione del personale di condotta del treno (la stima di FerCargo per le sole imprese aderenti riguarda un fabbisogno per il prossimo biennio di almeno 400 addetti); utilizzo nel più breve tempo possibile dell'aumento del peso rimorchiato a 2mila tonnellate.

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