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Metano, triplicare le stazioni per triplicare i veicoli. Accordo Mit-Fca-Iveco-Snam

di Giuseppe Latour

Portare i veicoli che viaggiano a metano da un milione fino a quota tre milioni nel giro di dieci anni. Un obiettivo da raggiungere valorizzando le tecnologie attualmente a disposizione e migliorando le disponibilità infrastrutturali: dalle attuali 1.100 stazioni di servizio, si potrebbe arrivare a oltre 3mila, con un investimento di circa un miliardo di euro. Sono questi gli ambiziosi obiettivi dell'intesa presentata ieri a Roma da Fca, Iveco e Snam, alla presenza del ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda e del responsabile delle Infrastrutture, Graziano Delrio, per favorire la diffusione del metano per autotrazione nel nostro paese.

L'Italia già gode di una buona base sulla quale lavorare: è il primo mercato europeo per i consumi di metano, con oltre un miliardo di metri cubi nel 2015 e circa un milione di veicoli, e vanta una filiera in grado di muovere circa 1,7 miliardi ogni anno e di dare lavoro a 20mila addetti. Fca, Iveco e Snam si sono, però, messe attorno a un tavolo per accelerare lo sviluppo del Cng (Compressed natural gas), un carburante che, rispetto ad altri, ha il vantaggio di essere molto sostenibile e già disponibile nell'immediato.

Fca, per parte sua, proseguirà sulla strada dello sviluppo delle motorizzazioni a carburanti alternativi: già oggi è leader nel campo delle tecnologie Cng. «Questo accordo valorizza il patrimonio che l'Italia ha nel campo di queste tecnologie – ha detto Alfredo Altavilla, chief operating officer di Fca per l'Europa -. Questo approccio integrato ci consentirà di ottenere una sostenibilità economica e una sostenibilità ambientale».

Iveco continuerà, invece, a lavorare sul fronte dei veicoli commerciali e del trasporto pubblico. «Si tratta di una grande opportunità sia per i veicoli pesanti che per gli autobus», per Pierre Lahutte, brand president di Iveco.

Mentre Snam investirà circa 200 milioni di euro in cinque anni per favorire la diffusione delle stazioni di servizio di metano. In questo modo sarà possibile innescare un circuito virtuoso che dovrebbe mobilitare altri operatori e mettere in circolazione investimenti per circa un miliardo di euro in infrastrutture. Le stazioni potranno salire da 1.100 a oltre tremila mentre il parco circolante di veicoli a metano dovrebbe sfondare il muro dei tre milioni di unità. «Pensiamo che Fca e Iveco possano agire dal lato della domanda, mentre Snam da quello dell'offerta. In questo modo i due elementi rappresentanti dall'infrastruttura e dai veicoli potranno andare di pari passo, risolvendo il paradosso che in passato può avere frenato la diffusione del metano», ha aggiunto Marco Alverà, ceo di Snam.

L'impatto di queste novità potrebbe essere notevole: 1,5 miliardi per la tecnologia prodotta in Italia, un miliardo per le infrastrutture e risparmi per i consumatori pari a circa 800 milioni di euro in cinque anni. Da un punto di vista ambientale, poi, l'alimentazione a metano dei veicoli consentirà una riduzione rilevante delle emissioni inquinanti, stimata in un calo del 40% dell'anidride carbonica e di oltre il 90% degli ossidi di azoto rispetto alle alimentazioni tradizionali.
A supporto di questo processo c'è il quadro regolatorio. "Questa intesa – ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda – è un esempio di politica industriale moderna nella quale la regolamentazione dello Stato è il quadro che consente a un'iniziativa di dispiegarsi al meglio del suo potenziale. Per noi, però, è fondamentale la neutralità: nessuna tecnologia è, sulla carta, migliore delle altre". Il cuore del sistema regolatorio è la direttiva Dafi sullo sviluppo dei combustibili alternativi, che il Governo sta recependo. "Puntiamo a trovare una via italiana ai combustibili alternativi – ha detto il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio -. E' una scelta che va nella stessa direzione di altre, come lo spostamento delle merci su ferro, il marebonus e il ferrobonus, la promozione di una rete di colonnine di ricarica per le auto elettriche". A valle di questo processo, ci sarà una forte spinta anche sul biometano: il Mise sta lavorando a un decreto per lo sviluppo di questa tecnologia.

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