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Delrio al G7 dei trasporti: «Italia in prima fila nell'innovazione tecnologica delle strade»

di Stefano Carrer (da Tokyo)

Un impegno comune a governare e guidare il processo di crescente digitalizzazione delle infrastrutture è stato espresso dal vertice dei ministri dei Trasporti dei Paesi del G7 che si è svolto a Karuizawa, in Giappone.

«Abbiamo espresso un messaggio di ottimismo e fiducia», ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, che ha sottolineato come l'Italia intenda giocare un ruolo di primo piano nell'applicazione delle nuove tecnologie e lo sta già facendo con progetti vicini al compimento (dalla digitalizzazione completa dei porti al piano nazionale per l'applicazione delle tecnologie intelligenti, dalla piattaforma logistica nazionale fino alla manutenzione digitalizzata e a progetti-pilota di “smart roads” come la Salerno-Reggio Calabria).

Il prossimo anno sarà l'Italia a ospitare il G7 e quindi anche quello dei Trasporti. Delrio ha anticipato che il focus non sarà solo sulle tecnologie: andranno sotto i riflettori gli «aspetti sociali» delle infrastrutture e della loro evoluzione che sta cambiando la vita delle persone. In questo senso, anche progetti non necessariamente redditizi sul piano finanziario possono avere grande importanza (Delrio cita il caso dell'Alta velocità ferroviaria Napoli-Bari, che non prospetta una domanda pari, poniamo, alla Milano-Verona ma «è necessaria per lo sviluppo del territorio»).

A Karuizawa i ministri si sono anche confrontati con il settore privato, in particolare sulla questione della guida automatizzata o intelligente (una relazione è stata svolta dal direttore del centro ricerche di FiatChrysler, Enrico Pisino). «Collaboreremo ed eserciteremo leadership nel supporto a una ravvicinata commercializzazione delle tecnologie per l'automazione e la connessione dei veicoli», recita il comunicato finale del G7. In questo senso, secondo Delrio, è essenziale una «armonizzazione internazionale» del quadro normativo e dei sistemi elettronici: il modello, dice, è quello dello spazio unico ferroviario europeo che, applicando gli stessi standard di sicurezza, consente ai treni di viaggiare senza frontiere. Una vaga promessa di coordinamento sulle cornici tecno-regolamentari, però, secondo vari analisti maschera tensioni di fondo. In Giappone e in qualche quartiere europeo si teme che gli Stati Uniti – dove società come Google stanno puntando molte carte sullo sviluppo delle tecnologie di guida intelligente – vogliano imporre i loro standard di sicurezza, finendo per avvantaggiare le proprie industrie: se l'auto del futuro sarà più software che hardware, insomma, il problema non è di per sé accedere a un modello di infrastrutturazione digitale altrui, ma come tutelare industrie nazionali dell'auto quando il motore non sarà più la componente più importante della vettura. Un gruppo del lavoro del G7 si sovrapporrà alla commissione Onu per lavorare sulla regolamentazione. Più facile e già raggiunto al G7 è un accordo sul contenimento delle emissioni nocive nel trasporto aereo, alla vigilia di una cruciale riunione dell'International Civil Aviation Organization a Montreal (per una crescita “carbon-neutral” dal 2020: qui sono altri i Paesi che stanno facendo difficoltà).

Delrio è poi partito per il Vietnam, dove sta incontrando i vertici politici di un Paese che ha bisogno di rinnovare le sue infrastrutture, oltre che i rappresentanti dell'imprenditoria italiana.

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