Imprese

Atlantia, prevista entro fine anno la vendita del 30% di Autostrade per l'Italia

di Carlo Festa e Laura Galvagni

Atlantia accelera la cessione del 30% di Autostrade per l’Italia. La holding avrebbe infatti affidato gli incarichi per la valorizzazione della minoranza a un pool di advisor recentemente selezionati. In particolare, della squadra farebbero parte, con un ruolo di rilievo, Jp Morgan e Goldman Sachs, oltre a Credit Suisse che completerebbe il team di banche d’affari al lavoro sul dossier.

Dossier che, a quanto si apprende, dovrebbe avere tempi di esecuzione piuttosto rapidi. Il mandato che le banche hanno ricevuto sarebbe infatti piuttosto preciso: l’obiettivo sarebbe di chiudere la partita o almeno di arrivare alle battute finali entro la fine dell’anno al più tardi per l’inizio del 2017.

Ciò comporta che a stretto giro dovrebbe partire il processo competitivo per selezionare l’acquirente ideale. Sulla carta il pacchetto di minoranza in Aspi potrebbe interessare principalmente fondi sovrani, grandi investitori infrastrutturali e fondi pensione internazionali, investitori, cioé, che potrebbero essere particolarmente attratti dalla redditività dell’investimento. Anche perchè, da quel che si capisce, la quota di minoranza non offrirà grandi spunti in tema di governance. Piuttosto chi vorrà approcciare il tema dovrà affacciarsi avendo come target quello di concludere un investimento prettamente finanziario.

Dal punto di vista numerico l’operazione si preannuncia come una delle maggiori di questi mesi in termini di valore, visto che potrebbe comportare per Atlantia, la holding che fa capo alla famiglia Benetton, un super-incasso. Secondo le stime degli analisti la partecipazione in vendita potrebbe valere oltre 5 miliardi di euro. Tuttavia, l’incasso potrebbe essere ben più elevato. Non va dimenticato che in occasione della tentata cessione di una quota di Aeroporti di Roma il mercato stimava per la holding un possibile introito compreso tra 3,2-3,4 miliardi e sul tavolo di Atlantia è poi arrivata una proposta da 4,4 miliardi. Anche in questo caso, dunque, le offerte finali potrebbero essere diverse rispetto alle valutazioni iniziali complice una generale fame di asset che potrebbe spingere gli interessati ad aumentare la posta per assicurarsi la presenza in una società che ha un rendimento stabile e rotondo. Ecco perché c’è già chi ipotizza un prezzo del 30% vicino ai 6 miliardi.

L’obiettivo, a questo punto, è ora quello di cercare soci internazionali e la scelta di Goldman Sachs e Jp Morgan, banche che vantano un network di relazioni internazionale, sembra essere stata una logica conseguenza.

Quanto ai possibili nomi degli investitori, il target sarebbe certamente appetibile per i grandi fondi sovrani, da Wren House fino a Kia del Kuwait.

L’operazione rappresenta anche l’avvio di una nuova strategia di Atlanti. Strategia che presto potrebbe dare nuova forma al portafoglio della holding infrastrutturale guidata da Giovanni Castellucci. Tanto più a seconda di come verranno impiegate le risorse che potrebbe incassare e se si considera la recente operazione chiave conclusa dal gruppo con l’acquisizione (assieme ad Edf Invest) dell’aeroporto di Nizza grazie a un’offerta da 1,22 miliardi. Nizza è il terzo maggiore scalo di Francia dopo quelli parigini di Charles de Gaulle e Orly per traffico passeggeri con 12 milioni di viaggiatori.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©